Senza baffi un uomo non è vestito correttamente.
S. Dalì
KRANKL AUSTRIA – Pensate a Clark Gable, a Groucho Marx e a Zorro. Tutti e tre, sebbene totalmente diversi fra loro, hanno due cose in comune. La prima sono i baffi, quei baffi ben curati talvolta sottili e talvolta folti, stampati sulle loro belle facce. La seconda è il fatto di essere diventati col tempo delle autentiche leggende. Anche Hans Krankl, classe 1953, aveva sommato nel proprio Dna queste due caratteristiche. Baffuto e leggendario, Hans è considerato, ancor oggi per molti, il più grande giocatore austriaco di sempre. Centravanti dal piede rapido Krankl fu una vera macchina da gol a cavallo tra gli anni ’70-’80 in squadre di tutto rispetto fra le quali Rapid Vienna e Barcellona con cui vinse diversi trofei sia in Austria sia fuori patria. Il Lonely Boy, il ragazzo solingo, come cantava lui stesso nel ’85 sotto lo pseudonimo discografico Johann K. Iniziò la sua mitica carriera nel Rapid Vienna, forse la squadra dove lasciò marchiato a fuoco il suo cuore, in una città importantissima in Europa dal punto di vista culturale, il centro della musica classica, il corno medioevale tramite cui soffiarono il vento del bello oggettivo ai posteri gente come Mozart, Beethoven, Brahms, Strauss e tanti altri. Il fulcro dove le parole Krankl e gol trovarono un legame indissolubile.
Fra il 1972 e il 1978, con la squadra viennese Krankl realizzò 160 segnature in circa 200 gare, un vero record. A stagione la sua media realizzativa era di circa 20-25 gol, portandolo per ben tre volte al titolo di capocannoniere dell’anno in Austria: nel ’74 con 36 reti, nel ’77 con 32 e nel ’78 con la bellezza di 41 gol. Forse oggigiorno soltanto il nostro contemporaneo Messi ha una tale qualità in numero di gol. Ma diamo gli eroi al loro tempo. Nel 1976 il primo trofeo importante del Lonely Boy: la Coppa d’Austria vinta contro il Wacker Innsbruck al Prater di Vienna nelle due finali disputate il 2 e l’8 giugno (1-2 l’andata, 1-0 il ritorno). Krankl e soci alzano l’ottava coppa del Rapid Vienna ma ancora il suo nome è confinato nel territorio austriaco. In patria il cavallo dorato di Hans sta già scalpitando e alcuni lo ritengono un fenomeno ma non basta, ci vuole un eco internazionale lanciato nella grotta delle Parche. L’occasione avvenne con i Mondiali ’78 in Argentina dove Krankl trovò con la sua nazionale una storica qualificazione che mancava da 20 anni, da quel mondiale svedese del ’58.
Nel girone numero quattro di quella competizione Krankl si trovò ad affrontare tre teste di Cerbero: il Brasile, la Spagna e la Svezia. Il destino dell’Austria sembra già spacciato ma Krankl, o meglio Mandrake (ecco, ci sta qui benissimo un altro baffuto) tirò fuori dal cilindro il suo estro con due reti rispettivamente a Spagna e Svezia riuscì a qualificarsi al Girone A di semifinale (inutile la sconfitta per 1-0 col Brasile di Zico e Roberto Dinamite). L’Austria è in giubilo ed ora si trova ad un passo dalla finale. Ma sia la sonora sconfitta da parte dell’Olanda per 5-1 sia quella con l’Italia di Rossi e Bettega arrestarono il cammino fin lì felice dell’Austria. Ma non bisogna essere tristi quando finito il gelato del Cornetto, ti ritrovi una punta deliziosa di cioccolato. Nella storica ultima partita del Girone A, quella con la Germania Ovest di Muller, Hans portò i compagni alla vittoria per 3-2 con due storiche reti (l’ultima ad una manciata di minuti alla fine) che fecero impazzire i tifosi austriaci che al bar o nelle case sputarono con l’urlo di festa briciole di strudel e schiume di birra e che fecero uscire di testa anche il telecronista della gara “Tor, tor , tor! I werd narrisch!” (“Gol, gol, gol, sto diventando pazzo!”).
Il Mondiale del ’78 convinse i blaugrana del Barcellona ad acquistarlo, desiderosi di vedere la scaltrezza di questo centroavanti anche nel loro campionato, uno dei più importanti d’Europa, quello della Liga. Al primo anno con la maglia del barca, Hans realizza 29 reti e conquista, in una storica finale, la nostalgica Coppa delle Coppe battendo per 4-3 i tedeschi del Fortuna Dusseldorf. Nello stadio St. Jakob, in quel di Basilea, la sera del 16 maggio ’79 Krankl segna il gol del momentaneo 4-2 per gli spagnoli ai tempi supplementari portando il Barcellona al suo 4° trofeo europeo dopo i successi in Coppa Uefa nel ’56, nel ’60 e nel ’66. Krankl, reduce dalla Scarpa d’oro ’78 come miglior goleador è ora anche un toreador e nella terra di Lorca ci rimase, dopo una piccola parentesi di pochi mesi al First Vienna, fino al 1981, anno in cui conquistò (seppur giocando poche partite per via di scelte tattiche da parte dell’allenatore) il suo secondo trofeo in maglia blaugrana, la Copa del Rey, vincendo per 3-1 sullo Sporting Gijon. Ma il cuore di Hans è legato alla sua Vienna e successivamente ai bei anni di Barcellona decide di ritornare al Rapid Vienna dove per altre 5 stagioni sforna reti su reti ed alzando altre tre Coppe d’Austria, tutte consecutive.
Nel 1983 ancora contro il Wacker Innsbruck (3-0 all’andata e 5-0 al ritorno). Poi nel 1984 ed infine nel 1985 entrambe con l’Austria Vienna. Può dirsi conclusa qui la carriera da calciatore di Krankl, anche se per altri 4 anni vestirà altre tre maglie austriache, senza però avere i successi del passato. Il suo testamento calcistico? Lonely Boy, canzone che ha cantato come un vero singer omaggiando Paul Anka sotto lo pseudonimo di Johann K., un nome decisamente kafkiano. Non solo ha bucato le reti dei campi ma anche le classifiche austriache arrivando persino al n.2 delle charts settimanali. Che dire, Mandrake, Gable, Marx, Zorro sommati assieme. “Francamente dei miei avversari me ne infischio”. E lui delle difese altrui se ne infischiava e marchiava con la K i palloni. Hans Krankl, sicuramente i baffi più famosi della hall del calcio.