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Brasile-Uruguay 2-1, le pagelle della Gazzetta

Ecco le pagelle della Gazzetta dello Sport per Brasile-Uruguay 2-1.

BRASILE, VOTO 6.5

Julio Cesar, 7. Innervosisce Forlan ritardando l’esecuzione del rigore. Poi schizza come una molla dalla parte giusta. Una magia che vale un gol. Incolpevole sul sinistro a pelo d’erba di Cavani.
Dani Alves, 5.5. Soffre la velocità di Suarez. Ormai fare il difensore puro non è più il suo mestiere.
Thiago Silva, 6. Prova a dare serenità ma nei momenti bollenti va anche lui in affanno.
David Luiz, 5. Forse la mini frattura al setto nasale gli ha tolto serenità. Provoca il rigore con un’ingenua trattenuta su Lugano e resta confuso per tutta la gara.
Marcelo, 5. Sempre a rincorrere. Normale, dalla sua parte c’è Cavani che lo fa impazzire. Anche a sinistra la Seleçao ha un terzino che non sa difendere.
Paulinho, 7.5. Innesca Neymar sul primo gol, tappa i buchi contro un centrocampo più numeroso. Poi, ancora una volta va a decidere la gara con un formidabile colpo di testa. Un grande giocatore che l’Italia (Inter e Roma) si è fatta scappare.
Luiz Gustavo, 6. Si becca il giallo per un’entrata scomposta su Rodriguez. Nervoso ma sempre nel vivo della sfida.
Oscar, 5.5. Parte a destra ed è suo il primo tiro in porta di una Seleçao lenta a carburare. Poi, come al solito si spegne. Un talento irriconoscibile.
Hernanes, 6. Entra e dà ordine alla manovra.
Neymar, 6. Mezzo gol è suo. Lo stop di petto in corsa è un gesto tecnico da mostrare in tutte le scuole calcio. Suo anche l’assist per Paulinho. Non una partita memorabile. Comunque, decisivo.
Hulk, 5. Generoso ma con la mira spuntata. Imbarazzante un suo tentativo di conclusione in rovesciata. (Dante, sv)
Bernard, 6.5. Gioca in casa. E regala un po’ di pepe alla manovra.
Fred, 6.5. Colpisce male il pallone in sforbiciata. Ma la conclusione bizzarra finisce dentro. Questo grigio bomber trasforma in oro tutto quello che tocca. Chiude l’esibizione con un inchino ai tifosi.
All.Scolari, 6.5. Quattro partite sempre con la stessa idea tattica e, più o meno, sempre con gli stessi uomini. Stavolta lancia il giovane Bernard. E non sbaglia. Il Paulinho mediano goleador resta l’idea più azzeccata. 

URUGUAY, VOTO 6.5

Muslera, 5.5. Si fa sorprendere dal gol partita di Paulinho. Incolpevole invece sul tocco vincente di Fred.
Maxi Pereira, 6. Non si alza mai dalla sua mattonella. Diligente.
Lugano, 6.5. Cuore di capitano. Conquista il rigore e fa la guerra con tutti. Esce dal campo con le lacrime agli occhi. E’ l’uomo simbolo della Celeste.
Godin, 6.5. Un gigante nelle mischie davanti a Muslera.
Caceres, 5. Commette l’errore che decide la partita facendosi schiacciare in testa da Paulinho.
Gonzalez, 6.5. Scende spesso nel fazzoletto di campo caro a Neymar per raddoppiare la marcatura sul bimbo d’oro brasiliano. Si arrende ai crampi. Prima di rientrare negli spogliatoi ha un vivace scambio di battute con Neymar che lo saluta inviandogli un bacio “al veleno”.
Arevalo Rios, 6. Fa legna in mezzo al campo. E non sfigura nel faccia a faccia con il tanto reclamizzato Paulinho.
Rodriguez, 6.5. Piedi niente male e buona visione di gioco. Con le sue verticalizzazioni mette spesso in difficoltà la linea di centrocampo brasiliana. (Gargano, sv. Muscoli e grinta per il gran finale. Ma entra lui e la Seleçao segna il 2-1).
Forlan, 5. Sorride nervoso un attimo prima di calciare il rigore. Non ha la condizione psicologica ideale. E infatti la sua conclusione è angolata ma telefonata. Un errore che mata El Toro. Forse poteva essere sostituito nei minuti finali.
Cavani, 7. Sempre in movimento. E sempre pronto a dare una mano alla squadra. Una generosità che gli costa anche un cartellino giallo da medianaccio. Dopo aver rincorso tutti decide di ritagliarsi uno spazio tutto per sé e con un sinistro a pelo d’erba fulmina Julio Cesar.
Suarez, 5.5. Parte largo a sinistra per andare poi a proporsi con tagli centrali. Nel finale di primo tempo brucia una buona occasione da gol con un destro sporco. Non all’altezza del suo prestigio.
All.Tabarez, 6.5. Crea una doppia linea Maginot per cercare di confondere le idee alla Seleçao. E l’idea funziona. La Celeste regge alla pari il confronto con gli avversari. Battuta soltanto dagli episodi.

Alfonso Alfano

Sono Alfonso Alfano, 32 anni, della provincia di Salerno ma da anni vivo in Spagna, a Madrid. Appassionato di sport (calcio, tennis, basket e motori in particolare), di tecnologia, divoratore di libri, adoro scrivere e cimentarmi in nuove avventure. Conto su svariate e importanti esperienze sul Web.

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