Messico-Italia 1-2: Pirlo illumina, l’Italia convince al Maracanà

MESSICO ITALIA CONFEDERATIONS CUP. L’Italia c’è. La Confederations Cup inizia alla grande per i ragazzi di Prandelli che, più del risultato, convincono per la continuità di gioco e per la condizione di alcuni uomini chiave che, se mantenuta, può essere la chiave di volta di un buon torneo in Brasile. E’ già una notizia che la competizione non sia stata presa sotto gamba: quattro anni fa, in Sudafrica, l’eliminazione nel gruppo eliminatorio, con annessa sconfitta contro l’Egitto, fu solo il preludio del disastro mondiale del 2010. Bisogna comunque dirlo: il Messico di De la Torre attraverso un momento pessimo (nel girone di qualificazione al Mondiale ha vinto una partita su sei, senza mai segnare in casa contro avversari di certo non irresistibili) e per giunta da tempo ha rinunciato a uno dei suoi uomini più talentuosi, Carlitos Vela.

Prandelli sceglie Balotelli unica punta, a supporto Marchisio e Giaccherini; i terzini sono De Sciglio (partitone del giovane milanista) e Abate. Il Messico si affida all’efficacia del Chicharito Hernandez e alle lune di Giovani dos Santos: per un bel pezzo basterà, poi la maggior qualità degli azzurri prende il sopravvento.
Parte bene la “tricolor”: Guardado colpisce la traversa con un gran sinistro di prima in piena area di rigore. L‘Italia, però, c’è: pressing alto, controllo palla, Giaccherini vivacissimo (peccato per i limiti tecnici che rendono vane parecchie potenziali occasioni da gol). Balotelli è in serata, ci prova da lontano tre volte, impegnando in un paio d’occasioni Corona. Il centravanti del Milan ispira anche in fase di rifinizione, insomma il gol è nell’aria. Arriva, in effetti, al 27′: Balotelli conquista una punizione, Pirlo la calcia alla perfezione incantando il Maracanà (il suo stadio dei sogni) nella partita numero 100 in maglia azzurra.

Il regista della nazionale sale in cattedra, si rende protagonista di un paio di giocate d’alta scuola che innescano i due terzini in costante proiezione offensiva. Il Messico, soprattutto in difesa, è poca cosa: Rodriguez e Moreno ne combinano di tutti i colori in fase d’impostazione. Insomma, sembra quasi che la partita possa chiudersi già nel primo tempo. Eppure arriva un errore da chi non te l’aspetti: Barzagli controlla male in fase di disimpegno, perde il passo e stende l’abile Giovani dos Santos in area di rigore: per fortuna, l’arbitro cileno si limita al giallo. Dal dischetto, Hernandez spiazza con classe Buffon, è 1-1. 
Prandelli non cambia nell’intervallo, nonostante Marchisio sia totalmente fuori partita e De Rossi palesi alcuni limiti fisici. L’Italia, comunque, ricomincia a produrre gioco. La continuità della pressione azzurra è a tratti imbarazzante, il Messico – però – riparte un paio di volte in contropiede: Chiellini è precisissimo in chiusura, De Sciglio una garanzia e Montolivo – oltre alla qualità – ci mette tanta corsa. Entra Cerci (che non riesce a fare la differenza sulla destra) per lo spento Marchisio, Balotelli è un leone in gabbia: sgomita, lotta, prova la giocata. E, al 78′, trova il meritatissimo gol: tre avversari non riescono a contenerlo in area, superMario fredda Corona con una conclusione in scivolata. Il 2-1 azzurro è quasi accolto con rassegnazione dal Messico, incapace di creare pericoli dalle parti di Buffon negli ultimi minuti. Qualità e potenza, quest’Italia può davvero far paura. Chi l’ha detto che il primo posto del Brasile nel girone è già assicurato?

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Sono Alfonso Alfano, 32 anni, della provincia di Salerno ma da anni vivo in Spagna, a Madrid. Appassionato di sport (calcio, tennis, basket e motori in particolare), di tecnologia, divoratore di libri, adoro scrivere e cimentarmi in nuove avventure. Conto su svariate e importanti esperienze sul Web.