BENFICA-CHELSEA 1-2, CLICCA QUI PER GLI HIGHLIGHTS
Continua la maledizione di Béla Guttmann. Un’altra finale per il Benfica e un’altra sconfitta. L’ennesima, da quel maledetto 1962, data dalla quale i lusitani non sono più riusciti ad alzare, nonostante le tantissime occasioni, un trofeo nel cielo d’Europa. E’ il Chelsea a prendersi questa finale, forse non meritatamente, forse senza un grandissimo gioco, ma sicuramente con la solidità di una squadra con grande esperienza europea, e, cosa assolutamente fondamentale, gli uomini per pungere davanti. Questo, banalmente, forse è mancato agli uomini di Jorge Jesus: qualcuno che la buttasse dentro. Tanto gioco, bello, a sprazzi addirittura schiacciante nei confronti del Chelsea, che nel primo tempo non è quasi sceso in campo, ma poca concretezza. Tremendamente poca.
E così il Chelsea si aggiudica la seconda finale europea in due anni, un’altra volta con un “traghettatore” in panchina, nonostante quel traghettatore si chiami Rafa Benìtez. Chissà se ci sarà Mourinho ad Agosto a duellare con Guardiola per la Supercoppa Europea, chissà se i due rivali storici si troveranno davanti un’altra volta. Certo è che questa festa dei Blues, legittima, per una stagione che sembrava dovesse finire nel peggiore dei modi, davanti alla tragedia di questo Benfica pare essere quasi nulla. Così bello da vedere, così lanciato,che in quattro giorni è riuscito praticamente a mandare all’aria una stagione intera, prima perdendo partita e -probabilmente- titolo contro il Porto, e poi anche l’Europa League, forse mai importante come questa volta. Tutte e due le volte per 2-1. Tutte e due le volte nei minuti di recupero.
L’avventura delle àguias finisce, la maledizione continua.
LA CRONACA
Il primo tempo, come detto, è quasi un assolo del Benfica, che scende in campo con la mentalità di mettere in difficoltà il Chelsea fin dal primo minuto. Tante le potenziali occasioni da goal, ma poca convinzione nello sfruttarle. Il Benfica pare voler andare in porta col pallone, nessuno si decide a tirare, e se lo si fa, sono tutte ciabatte poco preoccupanti per Cech. E’ soprattutto sulle fasce che i ragazzi di Jorge Jesus mettono in difficoltà quelli di Benìtez, che lettaralmente smarriti, ci metteranno quasi un tempo intero ad alzare la testa e ad uscire dalla propria metà campo creando vere e proprie azioni.
Il primo tempo si conclude a reti inviolate e senza particolari emozioni, sarà il secondo tempo quello dove succederà letteralmente di tutto. Si comincia al ‘51esimo: Óscar Cardozo mette in rete di testa, ma il suo goal è annullato, in maniera dubbia, per una spalla in fuorigioco. Il Chelsea comincia a capire che è tempo di svegliarsi, e inizia ad allargare più il gioco sfruttando la tecnica di Juan Mata e la velocità di Ramires sulla fascia: Luisao e compagni iniziano ad essere in difficoltà, e infatti il crack arriva poco dopo, al ‘60esimo. Lancio in avanti di Cech, clamorosa disattenzione a metà campo dei difensori del Benfica, palla a Torres che ha via libera per andare verso la porta di Artur e, come un anno fa al Camp Nou, non sbaglia: 1-0 Chelsea. I lusitani accusano il colpo, ma la fortuna accorre in aiuto della squadra di Jorge Jesus: al ’68esimo Azpilicueta colpisce in area di mano, con un intervento molto ingenuo, e l’arbitro concede il calcio di rigore. Cardozo dal dischetto spiazza Cech e fa 1-1. Torna a crederci il Benfica, che sospinto dai tifosi scatenati sugli spalti prova a piazzare il colpo del ko. Il Chelsea resiste, la partita si ammorbidisce un po’, ma negli ultimi dieci minuti, proprio quando sembra la partita si adagi a una sonnolenta inerzia, si scatena il pandemonio: all’ 82esimo è ancora Cardozo a far tremare i Blues con un tiro di controbalzo da fuori area, smanacciato con grande difficoltà da Cech in angolo. Il Chelsea risponde pochi minuti dopo con Ramires, che dopo un dribbling fulminante penetra in area ma il suo tiro è miracolosamente smorzato da Luisão che si immola come il Samuel dei tempi d’oro. Ancora Chelsea poco dopo, Lampard fa rabbrividire il Benfica con un destro meraviglioso da fuori area che si stampa contro l’incrocio dei pali.
Pare ci siano tutti i presupposti per andare ai supplementari, le squadre sono stanche e hanno dato tutto, ma al ‘93esimo il Chelsea decide di prendersi la partita: calcio d’angolo dalla destra, Ivanović taglia tutta l’area e riesce ad intercettare il pallone di testa con una traiettoria a palombella che scavalca e beffa irrimediabilmente Artur. E’ la fine, ed è la festa del Chelsea. Benfica in lacrime, assieme ai suoi tifosi, disperati, che sugli spalti hanno visto in quattro giorni svanire il sogno di una vita. Crudeltà, ingiustizia. Forse. Ma il calcio è anche questo