Bayern Monaco-Barcellona, le pagelle: Müller primo violino di un’orchestra grandiosa

BAYERN MONACO

Neuer 6,5 – Non impegnato moltissimo, ma nei rari casi in cui è necessario è sempre prontissimo e conferisce sicurezza a tutto il reparto difensivo.

Alaba 6,5 – Sovrapposizioni continue, chiusure fulminee e supporto costante, una garanzia.

Boateng 6,5 – Non gliene scappa una, ci mette il fisico e tutto quello che può, l’invincibile armata del Barça deve fare spesso i conti col muro tirato su dal difensore bavarese.

Dante 7 – Roccioso, ruvido, anche brutto quando serve, ma sempre efficace. Splendida partita difensiva per lui.

Lahm 7,5 – Martellante su chiunque tenti di addentrarsi nelle zone da lui pattugliate, è un mastino che nonostante la faccia da bravo ragazzo non conosce mai  reverenze calcisticamente parlando.

Robben 7 – Solite violente, devastanti, accelerazioni, trova finalmente anche il goal in un match importante e torna ad essere Re di coppa. Il fantasma visto contro la Juve è solo un brutto ricordo, l’olandese volante è tornato in formula Champions.

Schweinsteiger 6,5 – Non ha pietà per nessuno, neanche per un Messi piuttosto malconcio. La coppia di centrocampo formata da lui e Javi Martinez è un qualcosa di granitico quando c’è da difendere, e di supersonico quando c’è da ripartire. Ottimi in tandem.

Javi Martinez 7 – Diga di centrocampo, ci mette cuore e grinta in ogni occasione.

Ribery 7,5 – La standing ovation finale è addirittura riduttiva per una partita così incredibile e giocata a livelli altissimi. Per la quantità, e la qualità, di recuperi difensivi ricorda tantissimo l’Eto’o mitico del triplete, ma la sua non è solo una partita di sacrificio. Quando si scatena è una furia cieca, pressochè imprendibile dai difensori blaugrana, che manda costantemente in affanno: il trillo del diavolo.

Müller 8 – Voto più alto in assoluto, perchè non solo si improvvisa difensore come molti altri suoi compagni, con risultati straordinari, ma ma mette anche a segno una doppietta cercata e voluta, e contro il Barcellona non è mai cosa da poco

Mario Gomez 6,5 – La punta dell’iceberg della corazzata bavarese, il torero mata i toreadores del Barça, che devono subire anche l’umiliazione degli olè nel finale.

BARCELLONA

Valdes 5,5 – Non commette grossi errori, ma sul secondo goal c’è una mezza uscita sbagliata che, seppur con un goal in fuorigioco, costa cara.

Jordi Alba 5,5 – Concludere una partita non eccezionale col brutto gesto di lanciare il pallone in faccia a Robben, gesto piuttosto sciocco considerando che l’ammonizione gli costerà il ritorno.

Piquè 6 – Unica sufficienza in difesa, fa quello che può.

Bartra 5 – Il giovanissimo difensore classe ’91 dimostra gran personalità in difesa, ma i due goal clamorosi sbagliati però non possono non pesare, sia sul suo voto, che sulla qualificazione, ormai compromessa quasi del tutto, dei blaugrana. Avrà modo di rifarsi, magari non in partite così importanti.

Dani Alves 5,5 – Buon primo tempo, è spesso pericoloso, nel secondo inspiegabilmente scompare.

Iniesta 6 – Prova ad animare il centrocampo, ma con scarso succeso: il Barça stasera non c’è, e il fatto che sia più volte costretto a numerosi falli, una vera e propria eccezionalità, la dice lunghissima sull’esito della partita.

Busquets 5,5 – Solito dignitoso lavoro operaio per lui, stasera però sarebbe servita la qualità che un po’ gli è sempre mancata.

Xavi 5,5 – Detta i ritmi meno velocemente di quello che servirebbe, e quando ci prova ha sempre giocatori bavaresi alle calcagna. Una partita non facile per lui, ma al ritorno toccherà buttare il cuore oltre l’ostacolo, o almeno provarci.

Pedro 6,5 – E’ il più vicace dei suoi compagni d’attacco.

Sanchez 5 – Cercato molto poco a inizio partita, nel secondo tempo si muove di più ma i pochi palloni che tocca sono sbagliati e inefficaci.

Messi 5 – Altra semifinale maledetta per lui dopo quella dell’anno scorso al Camp Nou contro i  blues del Chelsea, ma stavolta c’è l’attenuante, non trascurabile, della condizione fisica.  Il risultato è la prova definitiva che un Barça senza di lui è infinitamente meno efficace di quello che si pensi.

 

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Intrattenitore nel mondo della comunicazione con la passione per il calcio d'antan, è un solista dentro e fuori dal campo, che predica da numero 7 ma razzola da numero 9. Fra il 98' e il 2002 ha inscenato ben 824 repliche dei Mondiali di calcio nella sua cameretta, e ricerca oggi la magia del calcio di un tempo nei campionati con un debito pubblico pericolosamente oltre la soglia di guardia.