Solo sei anni di storia. Eppure la coppa di lega portoghese, fin qui considerata una sorta di trofeo di consolazione per il Benfica ( che l’ha vinta nelle ultime cinque edizioni), mai come in questa edizione assume una notevole importanza. Il perché è presto detto. La finale, infatti, vede opposte due formazioni che, giocoforza, devono assolutamente vincere questo trofeo per riscattare una stagione abbastanza sottotono: il Braga, dopo aver centrato la qualificazione alla fase a gironi della Champions League a discapito dell’Udinese, ha deluso in campionato (dove sta lottando con il Paços per la terza piazza ed è lontanissimo dal duo di testa) e in Champions ( una sola vittoria e ben cinque sconfitte nella fase a gironi), e vede nella coppa di lega un possibile alleato per trasformare la stagione da deludente in indimenticabile; il Porto deve vincere per portare a casa almeno un trofeo, visto la prematura estromissione dalla coppa nazionale portoghese, l’uscita agli ottavi contro il Malaga (avversario considerato battibile da buona parte della stampa lusitana) e il ritardo accumulato in campionato (-4 dal Benfica) che rende particolarmente difficile la riconquista del titolo di campione nazionale.
L’avvio di partita è scintillante, giocato da entrambe le squadre a ritmi molto elevati. Il Braga preme nella metà campo avversaria, ma al nono minuto è il Porto a costruire la prima occasione da gol con Jackson Martinez, la spaccata del colombiano – su cross dalla sinistra di Defour – termina però di poco a lato. L’intensità e l’agonismo la fanno da padroni in avvio di partita. Al sedicesimo, Abdoulaye commette un bruttissimo fallo ai danni di Mossorò e viene ammonito, anche se i calciatori del Braga reclamano – non a torto – il cartellino rosso. Il match risulta gradevole, anche se non si contano nitide occasioni da gol. Poco dopo la mezz’ora è il Porto ad imbastire una bella azione di gioco, la conclusione da fuori area di Lucho,però, termina alta sopra la traversa e vanifica quanto di buono fatto dai compagni. Il Braga scandisce il ritmo dell’incontro, ma è ancora il Porto, al quarantaduesimo, a rendersi pericoloso: Danilo serve in profondità Martinez, che aggancia benissimo il pallone nell’area di rigore avversaria, ma calcia in maniera scoordinata spedendo il pallone in curva. Ad un minuto dal riposo, il Braga ottiene un calcio di rigore per fallo di Abdoulaye su Mossorò, che costa al difensore del Porto il secondo cartellino giallo. Dal dischetto si presenta Alan, che spiazza il portiere e porta in vantaggio gli Arsenalistas.
Nella ripresa, Vitor Pereira opta per un cambio: fuori Lucho Gonzalez, dentro Otamendi. Il tecnico dei Dragões toglie un centrocampista polivalente come l’ex Lione, ed inserisce un difensore, per poter mantenere la difesa a quattro. Il Porto, nonostante l’inferiorità numerica, gioca in maniera molto offensiva, esponendosi alle inevitabili ripartenze della squadra di Peseiro. La prima chiara occasione da gol della ripresa la costruisce il Porto, ma il colpo di testa di Rodriguez, ben imbeccato dalla destra da Danilo, trova pronto Quim. Il match, da questo momento in poi, regala emozioni a ripetizione. In sei minuti, dal sessantesimo al sessantaseiesimo, il Braga si rende pericoloso con quattro ficcanti contropiedi: nella prima circostanza, Mossorò riparte a velocità supersonica approfittando di un errore di Danilo, ma si fa bloccare in area da un intervento provvidenziale di Otamendi; nella seconda, Hugo Viana calcia alto sopra la traversa, vanificando l’ottimo lavoro svolto sul lato destro del campo da parte di Alan, mentre un minuto più tardi è Ruben Micael a fare tutto bene fuorché l’ultimo passaggio per l’accorrente Viana, che si sarebbe trovato solo davanti a Fabiano Freitas; nell’ultima occasione, la migliore capitata in contropiede agli Arsenalistas, Ruben Micael arriva leggermente in ritardo su uno splendido invito dalla destra di Alan e coglie il palo a porta praticamente sguarnita. Il Porto si rifà vivo dalla parti di Quim al sessantottesimo con Martinez, che supera Elderson e Santos e chiude l’azione con un destro che termina fuori di poco. Passa solo un minuto e sono nuovamente gli Arsenalistas a rendersi pericolosi con Carlao, che sfiora il gol con un tiro da fuori area di poco alto sopra la traversa. Dopo dieci minuti che regalano di fatto una palla-gol al minuto, la gara non offre altre chiare occasioni da rete per una decina di minuti, anche se il Porto costringe gli avversari sulla difensiva. All’ottantesimo sono i dragoni a creare il panico nell’area di rigore avversaria, ma il bell’assist di Martinez non viene sfruttato da Mangala, che salta troppo in anticipo ed effettua un colpo di testa che si perde decisamente alto sopra la traversa. Nel finale di partita, con il Porto completamente sbilanciato alla ricerca del pareggio, è ancora il Braga a creare lo occasioni migliori. All’ottantaseiesimo, Mossorò crea il panico sulla destra e serve in area Hugo Viana; il potente tiro del play degli Arsenalistas viene deviato in corner da un attento Fabiano. Centoventi secondi più tardi è ancora l’estremo difensore dei dragoni a salire agli onori delle cronache, quando, con una perfetta uscita bassa, blocca Joao Pedro imbeccato da un ispiratissimo Mossorò. Nei minuti di recupero, che si sono protratti ben oltre l’indicazione fornita dal tabellone luminoso del quarto uomo, il Porto sfiora il gol del pareggio con Otamendi, che calcia a botta sicura nei pressi della lunetta del penalty, ma trova l’opposizione a corpo morto di Coelho a negargli la gioia del gol. L’ultimissima occasione, però, è ancora di marca Arsenalistas, con Ze Luis che fallisce una ghiottissima palla-gol a tu per tu con Freitas.
Al triplice fischio inizia la festa del Braga. Una gioia attesa da quarantasette anni, ovvero dalla vittoria della coppa portoghese, unico trofeo nella bacheca del club biancorosso. La torçida Arsenalistas non sembra crederci: dopo un’infinità di secondi posti, che spaziano dal campionato portoghese fino all’Europa League, le note di “we are the champions” suonano in loro onore. Vittoria meritata per quanto visto in campo e, soprattutto, per la mole di occasioni create nella ripresa, anche se il cammino degli uomini di Peseiro è stato agevolato dal cartellino rosso rifilato a Abdoulaye. In casa Porto la delusione è tanta. Dopo stagioni di vittorie (talvolta a mani basse) e gioie, quest’anno si corre il rischio concreto di restare all’asciutto. Un’annata, come direbbe qualcuno che ad Oporto qualcosina ha vinto, da “zeru tituli”.