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VIDEO – Inter-Tottenham 4-1: l’orgoglio dei vinti

La regola infame del goal fuori casa ai tempi supplementari condanna un’Inter epica ed emozionante, che ritrova l’abbraccio dei suoi tifosi (e il sorriso del presidente) dopo una partita drammatica e giocata con l’orgoglio delle sue migliori notti europee.

Il Tottenham non è la stessa squadra di Londra, e nei primi venti minuti incassa subito un goal con Cassano (’20). L’Inter ci crede, e appena cinque minuti dopo sfiora il raddoppio con Palacio, che vede uscire Friedel, prova a scavalcarlo, ma stampa un pallonetto contro la traversa. Si va a riposo con grandi speranze e attese, attese che l’Inter non deluderà: al ’52 è ancora Palacio che ha l’opportunità di segnare, ma stavolta, lanciato da un chirurgico passaggio di Cambiasso, non sbaglia, e fa 2-0. Parte l’assedio nerazzurro. Cassano inventa palloni a ripetizione, Gargano è un mastino sguinzagliato a destra e a sinistra e Zanetti stabilisce le gerarchie in mezzo al campo.

La svolta che farà di questo match una partita drammatica arriva al ’75: Cassano calcia una punizione bassa dal limite che, deviata per ben due volte beffa Friedel insaccandosi in rete. E’ il delirio a San Siro. L’orologio torna indietro di 90 minuti e si ricomincia tutto da capo. Il Tottenham prova a rialzare la testa, ma l’Inter è salda e non si fa nemmeno sfiorare dalla paura di vincere. Arginate le incursioni degli Spurs si prova ad affondare la quarta rete, e l’occasione capita incredibilmente al’92 sui piedi di Cambiasso, che vince un rimpallo, si ritrova in area col pallone tra i piedi, calcia da ottima posizione, ma fa sibilare il pallone a lato del secondo palo.

Col fiato sospeso si va ai supplementari. San Siro trema, ribolle, pregustando già il gusto di un’impresa che sente davvero vicinissima ma non ha ancora il coraggio di pronunciare, e alla fine purtroppo non pronuncerà davvero. Al ’96 parte un tiro velenoso che viene respinto da Handanovic (strepitoso anche stavolta), ma Adebayor piomba dalle retrovie e col suo zampone si distende insaccando in rete il 3-1.

Piomba uno sconforto gelido, ma il destino stasera è folle, e decide di dare a questa partita un ulteriore brivido. Dentro Ranocchia come attaccante, nell’area del Tottenham piovono palloni come grandine, e al ‘110 uno di questi finisce sulla testa di Alvarez, che non si fa intimorire e segna un gol importantissimo, diventando per un minuto il Santo Padre argentino di San Siro. Gli ultimi dieci minuti sono all’insegna del sacrificio, l’Inter si getta in avanti col furore da mesi sopito da prestazioni letargiche, e fa tremare i tifosi ad ogni istante. Il cronometro scorre inesorabile, bisogna sbrigarsi, Cassano all’ultimo minuto ha sul destro in canna la palla buona per il goal della vita, ma non sente l’uomo arrivare da dietro e si fa sfilare il pallone. L’Inter perde palla, il Tottenham spazza, e l’arbitro dice che basta così.

Finisce un ottavo di finale iniziato come un incubo e poi terminato quasi come un sogno. Ma questa sconfitta ha un sapore diverso. E’ quello dell’orgoglio di un’Inter straordinaria, che si rialza, ritrova la sua dignità, ed esce dal campo col maglia bagnata dal sudore e benedetta dagli applausi. E’ l’Inter che tutti vorremmo sempre vedere. E’ l’Inter che i tifosi si meritano. E’ l’Inter da cui, archiviata questa notte, bisogna necessariamente, immediatamente, ripartire. Perché questa sera gli uomini di Stramaccioni hanno dimostrato che niente, perlomeno nel calcio, è impossibile. Soprattutto per chi è pazzo.

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Alessio Dell'Anna

Intrattenitore nel mondo della comunicazione con la passione per il calcio d'antan, è un solista dentro e fuori dal campo, che predica da numero 7 ma razzola da numero 9. Fra il 98' e il 2002 ha inscenato ben 824 repliche dei Mondiali di calcio nella sua cameretta, e ricerca oggi la magia del calcio di un tempo nei campionati con un debito pubblico pericolosamente oltre la soglia di guardia.

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