“È l’occhio dell’anziano che fa maturare i fagioli”
Anonimo camerunense
Quando nel 1996 Albert Roger Milla (classe ’52) concluse la sua carriera a ben 44 anni (un vero record per un calciatore), il Destino canticchiò The lion sleeps tonight. Questa notte il leone si riposa e più non ruggisce. Milla è come Chaka, il leggendario leone africano che dopo tante fatiche trova una tana sicura per dormire. Una carriera pazzesca quella di Roger, nato a Yaoundè, capitale del Camerun in cui, prima di accedere alla prima squadra cittadina, il Tonnerè Yaoundè si fa le ossa in club di prima categoria africana quali l’Eclair de Douala e il Léopard de Douala nelle quali segna numerosi gol (un centinaio) fra il ’65 e il ’74, praticamente già a 13-14 anni un provetto attaccante goleador.
I due campionati vinti da assoluto protagonista con il Leopard convince la società della Nazionale del Camerun a convocarlo nel team. La sua forza è la velocità, è come se la rincorsa del leone e la fuga della gazzella si fondessero in un unico essere che fra terriccio, sudore e una palla di cuoio più bucata che intera mostra all’Africa intera il suo genio e la sua sregolatezza. Approda quindi nel ’74 nel Tonnerè Yaoundè dove vi militò per tre anni vincendo nel ’75 la Coppa delle Coppe d’Africa, battendo in finale la Stella Club d’Adjamè della Costa d’Avorio. In tutti e tre gli anni, Roger realizzò in totale 69 segnature su 87 partite giocate, una media circa di un gol a partita.
Il successo personale venne bissato l’anno successivo quando fu nominato “Calciatore Africano dell’anno”, a soli 24 anni. Dopo 11 anni in Africa, l’Europa si accorge di questo ragazzino di 176 cm e lo chiama a sé, in Francia, coi bianco-rossi del Valenciennes. Qui però Milla non riuscì mostrare a pieno le sue potenzialità. Fu più la panchina a scaldarlo che il correre in mezzo al campo come era abituato nel suo Camerun. La stessa cosa capitò nella stagione 1979-1980, anno in cui con la maglia del Monacò Milla partecipò a sole 17 gare segnando solo due gol ma partecipando alla finale della Coppa di Francia contro l’Us Orleans, vinta per 3-1.
L’anno successivo è il Bastia la sua terza squadra francese grazie alla quale realizza in 4 anni un bel numero di reti (35 in totale), un quadriennio che vede i suoi apici nel 1981 con la vittoria nella finale della Coppa di Francia per 2-1 contro il Saint-Etienne (Milla firma anche la rete del 2-1), la sua seconda coppa in terra francese; il Campionato del Mondo del ’82 in Spagna con la maglia del Camerun, campionato nel quale Milla affrontò addirittura i nostri azzurri, futuri vincitori del torneo; infine il 1984 dove il Camerun vince la Coppa d’Africa vincendo sulla Nigeria per 3-1.
Gli ultimi cinque anni in Francia che vanno dal ’84 al ’89, Roger li milita principalmente, per sua volontà, nella Ligue 2 (la nostra serie B), vestendo le maglie del Saint-Etienne e del Montpellier. Milla è orgogliosamente un uomo di umile origini, il calcio è la sua passione e pur di giocare e di divertirsi con la palla non rifiuta di passare ad una serie minore. I successi saranno pochi ma i gol numerosi, quasi un centinaio in cinque anni, trascinando le due squadre al ritorno in Ligue 1. Nel 1988 è un’altra Coppa d’Africa con la sua nazionale, ancora contro la Nigeria, vinta per 1-0, in una squadra che molti esperti del calcio hanno catalogato come la più forte del continente nel decennio degli ’80.
Dopo una parentesi dimenticabile con il JS Saint-Pierrose, squadra delle Reunion, il richiamo del toucunì è troppo forte, come il barrito di un elefante nel silenzio pomeridiano e Milla ritorna nel Yaoundè, dove per quattro anni dà il meglio di sé con 89 reti in 117 presenze, 4 anni cominciati perfettamente quando con la nazionale camerunense ad Italia ’90 trascinò il suo Camerun in uno storico quarto di finale, sconfitto solo ai supplementari dall’Inghilterra (leggendario fu il suo gol agli ottavi contro la Colombia, in cui strappò il pallone ai piedi del portiere Higuita, lo Scorpione). Chaka continua a ruggire sotto il sole facendo vibrare le correnti del Dja. E balla, solo per il gusto di farlo. Il suo sorriso si spalanca e regala al pubblico di Napoli un raggio d’Africa che uno spot vent’anni dopo proverà ad imbottigliare.
A 42 anni, quando già un calciatore medio ha già aperto un ristorante o si trova a scegliere tra panchina e scrivania, Milla a Usa ’94 realizza la rete che lo rende il più “anziano” goleador di un mondiale. Non è servito a nulla in quanto quella segnatura avvenne contro la Russia, dalla quale fu sconfitta per 6-1, ma è forse il suo gol più sincero. La voglia di segnare di Roger e l’esplosione di gioia, seppur di relativa importanza, dopo il gol ha aggiunto quell’aurea umile e delicata tipica di chi la vita le tiene per mano e non in pugno. Lo dimostra il fatto che non abbia voluto percorrere la strada politica, sebbene molti usando la sua immagine abbiano razzolato voti, ha preferito aiutare la sua Africa non da comandante ma come ambasciatore. Leggiadro, di velocità impressionante, umile e con un sorriso a 32 denti (o quasi), Albert Roger Milla è stato, se non il giocatore africano più forte, almeno quello più importante, un vero totem nella vasta ed immensa savana del calcio.