BARCELLONA
Valdes, 6 – Centesima partita per lui in Champions col Barcellona, festeggia con una vittoria roboante e senza essere mai impegnato seriamente.
Piquè, 6.5 – Uno dei pochi a salvarsi all’andata, al ritorno conferma un ottimo stato di forma, saldo e sicuro di sè.
Mascherano, 7 – Il difensore argentino schierato nelle retrovie più recondite dei blaugrana non fa passare un pallone: granitico.
Jordi Alba, 6.5 – Serata da incorniciare per il terzino spagnolo classe ’89, impreziosita dal goal che stronca definitivamente i sogni rossoneri.
Dani Alves, 7 – Le sue frequenti incursioni centrali dalla destra danno i brividi alla retroguardia rossonera che diventa letteralmente matta per trovare un modo di fermarlo. Destinato a popolare gli incubi di Constant a lungo.
Xavi, 7 – Il cervello del Barça torna funzionante a pieno regine dopo il blackout di San Siro. Non sbaglia un passaggio e dirige l’orchestra della santa trinidad blaugrana alla perfezione. Alla vigilia si diceva che non fosse al top: meno male…
Busquets, 6 – Solito lavoro più di quantità che di qualità per lui, non si mette in gran mostra ma la prestazione è sufficiente.
Iniesta, 7.5 – Sempre eccezionale, ferma con la naturalezza di chi umano non è palloni che vanno a duecento all’ora, dialoga con gli altri due tenori (Messi e Xavi) nello spazio di un fazzoletto, e sguscia fra le maglie della difesa rossonera come un anguilla di sangue blu: implacabile.
Pedro, 5.5 – Prestazione abbastanza incolore, al di sotto dei livelli e dei ritmi dei suoi compagni.
Villa, 6.5 – L’attaccante spagnolo torna a giocare ad alti livelli dopo lunghe degenze infermieristiche. Non si vede molto, ma da vero bomber mette il sigillo del 3-0 su una partita fino a quel momento ancora in bilico: rapace.
Messi, 8.5 – Una serata suprema per la pulce argentina, vero simbolo di un Barcellona rinato: vigoroso, letale, supersonico, è ovunque e non sbaglia un colpo. Le sue due staffilate sono perle sotto gli occhi dei 95.000 del Camp Nou: quando si dice valere il prezzo del biglietto.
Sanchez, (’74), 6 – Entra e da subito l’impressione di far male. Poco tempo però per lui.
Puyol, (’78), s.v.
Adriano, (’84), s.v.
MILAN
Abbiati, 7 – I suoi due interventi plastici sono poster di una partita destinata a dover essere dimenticata in fretta. Il migliore dei suoi, ma il fatto che si guadagni il titolo con un passivo di quattro reti la dice lunga su una gara dominata dagli avversari.
Mexes, 5 – Diligente all’andata, scomposto e timoroso al ritorno: non c’è.
Zapata, 5 – Fragile, sbilenco, timoroso, compone assieme al compagno di reparto un asse difensivo scricchiolante, e il Barcellona esonda con una facilità disarmante.
Constant, 4.5 – Un primo tempo così così, un secondo disastroso, macchiato dall’incomprensibile tuffo in avanti che lo sposta dalla sua posizione e lascia facile facile a Villa la palla del 3-0. Di fronte alle razzie di Dani Alves e Messi ci mette impegno, ma è quasi impotente. Serata nerissima.
Abate, 6 – Prestazione dignitosa per il terzino azzurro, che a differenza dei compagni ci mette personalità e grinta da Champions. Sufficienza meritata con molto sudore, ma senza premio.
Montolivo, 4,5 – Uno dei migliori all’andata, stasera scende però in campo senza nerbo. Pressing poco convinti, coperture approssimative, una mancanza a centrocampo che ha pesato tantissimo sulla sconfitta della squadra.
Ambrosini, 4 – Peggiore in campo dei suoi, diversi errori gravi, prestazione largamente insufficiente: una sostituzione molto in anticipo sulla tabella di marcia che la dice lunga sul divario tra aspettative e risultato della partita
Flamini, 5.5 – Il centrocampista francese è uno dei pochi che sfiora la sufficienza. Va vicino a un goal clamoroso, ma la sfortuna gli sbatte la porta in faccia.
Boateng, 5 – Parte molto arretrato poi ingrana, ma la sua è una prestazione a corrente alternata, caratterizzata da lampi di bravura o errori grossolani. Sente la partita, troppo: ansioso.
El Sharaawy, 6 + – Impossibile bocciare una prestazione caratterizzata da tanta generosità, il piccolo faraone prova a coprire laddove nemmeno i suoi compagni difensori ci riescono (Constant), e tenta occasionali incursioni offensive ma senza essere accompagnato: sprecato.
Niang, 5 – Un goal che avrebbe potuto cambiare una partita, forse una stagione. Il giovane attaccante milanista si fa però prendere dal panico e stampa la rete della possibile qualificazione contro il palo. Occasione mancata.
Muntari, (’60), 4.5 – Entra ma non riesce a dare la scossa che da lui ci si attendeva. Anzi, rischia di combinare ulteriori danni: dopo la gloria, l’altra faccia della medaglia.
Robinho, (’60), 5.5 – In un finale infarcito di attaccanti non riesce a dare la zampata necessaria. Inconsistente.
Bojan, (’74), 6,5 – Ha solo un quarto d’ora per presentarsi ai suoi ex tifosi e inserirsi in una partita disperata, ma lo fa egregiamente, sprigionando anche qualche lampo d’alta classe. Ma purtroppo non basta.