Tuttocalcioestero.it oggi vi presenta uno dei migliori prospetti italiani, presenti in tutto il mondo, stiamo parlando di Marcello Trotta. Si tratta di un attaccante classe 1992 cresciuto nelle giovanili del Napoli, che ha poi lasciato per intraprendere l’avventura in Inghilterra.Il Manchester City nota il ragazzo nel 2008 durante la finale del torneo di Bannikov, dove il giovane calciatore indossa la maglia dell’under-16 allenata da Rocca.
I Citizens puntano forte su di lui , anche se giovanissimo, la dirigenza arriva a formulare un’offerta da un milione di euro tra indennizzo ai tutor per gli studi e un lavoro per la madre in Inghilterra. La società campana fa di tutto per bloccare il trasferimento – rivolgendosi anche alla Fifa – ma gli sforzi sono vani, il tutto si risolverà con una squalifica di due mesi inflitta al calciatore. Al City il ragazzo nato a S.Maria Capua Vetere resta soltanto qualche mese, prima di trasferirsi a Londra per indossare la maglia del Fulham.
La maglia dei Cottagers lo fa volare, il primo anno con l’under-18 realizza ben 30 reti e la stagione successiva nel team riserve sigla 12 reti in 12 partite giocate.Dopo le sue ottime prove nell’Academy, Trotta viene mandato nelle leghe inferiori inglesi, dove continua a dimostrare il suo valore. L’esordio in Premier League arriva la scorsa stagione nella gara contro il Bolton, vita dai londinesi per 3-0, per il giovane attaccante soltanto qualche minuto.Quest’anno è invece passato in prestito Brentford – società che disputa il campionato di League One – in lotta per salire nella seconda divisione inglese, dove si è fatto notare qualche settimana fa per il goal siglato nell’incontro di FA Cup alla squadra campione d’Europa, il Chelsea.
Benvenuto su Tuttocalcioestero.it, dicci un po’ della tua carriera, sei passato prima dalle giovanili del Napoli e poi City prima di approdare al Fulham.
Grazie del benvenuto, sono rimasto nelle giovanili del Napoli fino al 2008 quando sono passato nell’academy del Manchester City dove sono rimasto per pochi mesi. Al termine della stagione sono poi passato all’academy del Fulham, dove mi sono trovato molto bene, prima di passare al calcio professionistico.
Come ti trovi in Inghilterra e come è andato l’ambientamento a Londra?
In Inghilterra mi trovo molto bene e Londra e una delle città più belle al mondo. Ad essere onesto, i primi mesi sono stati difficili per diversi motivi, il principale è sicuramente la lingua che non conoscevo molto bene. Con il passare del tempo le cose sono migliorate e adesso mi trovo molto bene in questa stupenda città.
Si parla moltissimo del modello inglese nei club – mentre si parla poco delle academy – raccontaci le differenze rispetto al settore giovanile italiano? E come sei stato accolto prima al City e poi al Fulham ?
Di positivo c’è il rapporto ravvicinato fra le giovanili, ovvero le Academy, con la prima squadra e quindi si può apprendere molto dai calciatori più esperti. Al City sono stato pochi mesi quindi è stata un rapporto molto formale, mentre al Fulham mi hanno accolto benissimo cercando di supportarmi in tutto e per tutto.
Rappresenti uno dei migliori prospetti del calcio nostrano, hai giocato in quasi tutte le under italiane. A darti più visibilità è stato però il gol al Chelsea, cosa hai provato a segnare ai campioni d’Europa ?
La rete contro il Chelsea mi ha dato molta visibilità ed è stata una grande emozione. Non è da tutti i giorni giocare contro i campioni d’Europa, credo che tutti possono immaginare cosa si prova e io ho avuto la fortuna di provarlo sulla mia pelle ed è stata una cosa meravigliosa.
Rispetto all’Italia, le pressioni dei tifosi sono minori e soprattutto ci sono meno polemiche ?
In Italia si dice spesso che in Inghilterra le pressioni dei tifosi sono minori, questo non è assolutamente vero ci sono anche qui ma sono meno sentite dai calciatori.
Chi è il tuo idolo calcistico e qual è tua squadra del cuore ?
Il mio idolo è stato Ronaldo , vederlo giocare mi ha fatto innamorare ancora di più di questo sport e di conseguenza la mia squadra del cuore.
La scorsa stagione hai esordito in Premier League con la maglia del Fulham, com’è l’atmosfera degli stadi britannici?
Considero l’esordio in Premier League e il goal siglato qualche settimana contro il Chelsea le cose più belle che il calcio mi ha regalato fino ad oggi, due sensazioni diverse ma indescrivibili. L’atmosfera è molto calda perché i tifosi li senti vicini a te, sono li a mezzo metro da te che ti incitano e questo credo sia una cosa stupenda.
Come ti stati trovando al Brentford, e quali sono i tuoi obiettivi per questa seconda parte di stagione ?
Al Brentford mi trovo bene all’inizio ho avuto un po’ di difficoltà, perché naturalmente dovevo ambientarmi con i nuovi compagni. Nelle ultime settimane è andata molto meglio e sono arrivati anche i goal; i miei obbiettivi sono quelli di segnare il più possibile per aiutare la squadra ad andare in Champioship.
Parlando di stereotipi, come siamo visti noi italiani in Inghilterra ? mentre sul cibo preferisci sempre il nostro o gli ormai cinque anni ti hanno convertito ?
Nonostante le leggende degli italiani all’estero, noi italiani qui in Inghilterra siamo visti molto bene. Per quanto riguarda il cibo, il nostro è unico ed insostituibile, non credo riusciranno mai a convertirmi.
Nel futuro dove ti vedi e cosa ne pensi di un possibile ritorno in Italia ?
Non amo sbilanciarmi al riguardo, spero naturalmente di arrivare a giocare in Premier con continuità.In Italia mi piacerebbe tornare: è il mio paese. Magari un giorno tornerò , per adesso però devo impegnarmi in Inghilterra.