Milan-Barcellona: le pagelle

MILAN

Abbiati, 6: Probabilmente ricorderà poche partite nella sua vita in cui sia stato impegnato così poco. Gioca quasi da “difensore” aggiunto, le numerose volte in cui i compagni lo chiamano in causa, e si fa trovare sempre pronto.
Abate, 7,5: Corre come un treno lasciando dietro un perso Jordi Alba che evidentemente non si aspettava di trovare di fronte un avversario così accanito, e fa a sportellate con un Puyol in grandissima difficoltà nelle sue numerose incursioni offensive: instancabile, inarrestabile, pericolosissimo, lo zeppelin del diavolo.
Mexes, 6,5: Si temeva parecchio per la sua scarsa affidabilità in gare importanti, ma stasera sbaglia veramente poco. È grezzo, è rude, ma toglie di mezzo tutti i palloni che si trova davanti senza paura. Talvolta si fa prendere la mano quando tenta di andare un po’ troppo lontano col pallone tra piedi, ma è un peccato che stasera gli si può perdonare.
Zapata , 6,5: Lavora di grande sostanza per lui. Sebbene faccia sentire meno la sua presenza chiude tutti i varchi possibili senza sbagliare mai posizione. Da stasera i tifosi lo guarderanno con occhi diversi.
Constant, 6: Stesso discorso per lui, la tecnica potrebbe fargli osare qualcosa di più ma si mette a disposizione della squadra facendo buona guardia in perfetta linea con gli altri compagni.
Montolivo, 7,5: Forse il migliore in campo, un martello pneumatico che distrugge le manovre avvolgenti dei blaugrana, e un eccezionale direttore del traffico la in mezzo al campo quando c’è da uscire da situazioni complicate. Inventa il tiro da cui nasce il primo goal, per lui una delle migliori prestazioni stagionali.
Ambrosini ,7: Prestazione da vero capitano, di sacrificio, sudore, e fatica. La prima grande vittoria con quella fascia addosso è la giusta ricompensa dopo anni di servizio rossonero. Assieme a Montolivo forma una coppia di centrocampo granitica contro cui le ondate offensive del Barcellona si infrangono senza colpo ferire.
Muntari, 6,5:Chi l’avrebbe mai detto che uno dei giocatori meno rimpianti passati da una sponda all’altra del naviglio sarebbe ancora riuscito a fare un goal così bello alla squadra più forte del mondo? Qualche sbavatura nel primo tempo, ma poi tanta grinta, coraggio e soprattutto esperienza. Il suo goal è la ciliegina sulla torta di una serata fantastica.
Boateng, 7: Il Boa piano piano sembra essere tornato ai livelli che gli competono, o forse è proprio il Barcellona che pare mettergli una carica speciale, proprio quella che spesso è mancata nel corso della stagione. Ispirato e sicuro come non mai, è una pedina fondamentale quando si tratta di far male là davanti. Il suo goal potrebbe avere enormi ripercussioni anche dal punto di vista psicologico: ritrovato.
Pazzini, 6,5: Il Pazzo non spreca la chance di un posto da titolare in quella che forse era la partita più importante della sua vita, e ripaga appieno la fiducia di Allegri, uscendo, esausto, a soli pochi minuti dal termine. Peccato per il mancato goal in girata, ce lo saremmo sognati per più di una notte.
El Sharaawy, 6+: ll Faraone manca l’appuntamento col goal pagando forse un po’ di nervosismo, ma i tocchi d’alta classe che regala quando sfiora il pallone sui lanci là davanti e il costante ripiegare dietro a dare una mano ai compagni gli valgono una sufficienza più che abbondante: operaio.
Niang, (’74), 6: Il ragazzino quando scende in campo dimostra di saper entrare in partita, e prova quando può a fare male. Più spazio gli avrebbe giovato, ma stasera era difficile trovare posto in questo ottimo undici.

BARCELLONA

Valdes, 5,5: Assolutamente incolpevole in entrambe i goal, assiste da spettatore al gioco nervosamente lento della sua squadra per tutta la partita, probabilmente desiderando di essere da un’altra parte.
Dani Alves, 6: Non si può dire che il terzino brasiliano abbia fatto una brutta partita. Fa scuola ad El Sharaawy facendogli capire cosa vuol dire affrontare campioni veri, e infatti il Faraone la paga, ma mancano le sue solite incursioni offensive, bloccato dall’ottima difesa rossonera. Servirà di più da parte sua al ritorno per ribaltare il risultato.
Piquè, 6: E’ il più propositivo dei difensori catalani, ma forse anche di tutti i compagni, provando, soprattutto nel finale, a sfondare il muro di maglie rossonere. Ma predica incredibilmente nel deserto.
Puyol, 6: Non molto lavoro per lui, ma fatica parecchio quando c’è da affrontare a turno l’impeto di Boateng o di Abate, riuscendo solo parzialmente a limitare i danni. Esce coperto di sangue, da vero condottiero, ma la sua battaglia stasera è persa.
Jordi Alba, 5: Il giovane Jordi si lascia incantare dalla bolgia di San Siro e riesce a giocare pochissimi palloni utili per la propria squadra , lasciando le belle speranze per tempi migliori.
Xavi, 4,5: Il Barcellona la partita la perde a centrocampo, e il principale responsabile è lui. Spesso incredibilmente impreciso, non riesce ad inserirsi nella manovra come potrebbe, e dovrebbe, e senza il peso delle sue giocate là davanti l’impalcatura Barcellona crolla miseramente. Irriconoscibile.
Iniesta, 5,5: Si muove tanto, ma i compagni di reparto non lo seguono, braccati senza respiro dai difensori del Milan. È l’unico che riesce a districarsi, ma purtroppo serve a poco, e scocciato da uno sterile tiqui taca prova con un nervoso tiro da fuori (finalmente!) a mettere paura ai rossoneri, maturando l’occasione più pericolosa dei blaugrana di tutta la gara. Ma non basta.
Busquets 4,5: Dovrebbe essere il controbilanciere delle giocate di Xavi e Iniesta, ma il suo aiuto non si fa sentire, e vaga per il campo alla ricerca di una posizione che non riuscirà mai ad identificare chiaramente nel corso della partita. Montolivo è fantasmagorico, lui solo un fantasma.
Fabregas 4,5: Anche lui vaga per il prato di San Siro come un oggetto non bene identificato, ma a differenza degli ufo che si muovono a velocità supersonica, quello che dovrebbe essere uno dei “marziani” del Barcellona è invece lento e svogliato, e fa mancare tutto ciò che il suo repertorio abituale sa offrire. Prestazione da dimenticare in fretta.
Pedro 5: Da quel gol (inutile) a San Siro contro l’Inter non ha mai trovato grande fortuna alla Scala del Calcio, e anche stasera si rivela un’arma a basso potenziale, che i difensori rossoneri disinnescano facilmente.
Messi 5: Il pericolo pubblico numero uno non incanta , e quasi delude chi era venuto allo stadio anche per ammirare le sue giocate. Preoccupante all’avvio, si spegne poi progressivamente, allontanandosi dal gioco e facendo dimenticare San Siro della sua presenza. L’attore protagonista diventa comparsa, i cui rari sussulti nel secondo tempo sono solo la copia sbiadita, stracciata, irriconoscibile, del giocatore numero uno al mondo. Materiale per chi sostiene che Re Diego sia ancora molto, molto lontano.

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Intrattenitore nel mondo della comunicazione con la passione per il calcio d'antan, è un solista dentro e fuori dal campo, che predica da numero 7 ma razzola da numero 9. Fra il 98' e il 2002 ha inscenato ben 824 repliche dei Mondiali di calcio nella sua cameretta, e ricerca oggi la magia del calcio di un tempo nei campionati con un debito pubblico pericolosamente oltre la soglia di guardia.