Il decano Mircea contro il novello Jurgen. E in campo due squadre che, nella fase a gironi, hanno espresso – Barça permettendo – il miglior calcio del vecchio continente. La squadra ucraina, orfana di Willian passato a suon di milioni all’Anzhi, si presenta in campo con il neo-acquisto Taison a sinistra nella linea dei trequartisti alle spalle dell’unica punta di Luiz Adriano. Il Borussia Dortmund, orfano di Gundogan in mezzo al campo, presenta ancora Santana al fianco di Hummels, mentre la cerniera davanti alla difesa è composta da Kehl e Bendner; davanti, spazio alla fantasia del trio Kouba-Gotze-Reus alle spalle di Lewa.
Partenza a razzo del Borussia, che nei primi quindici minuti è assoluto protagonista del campo. Al 17° schwarzgelben vicinissimi al gol con Hummels, autore di un imperioso stacco di testa che si stampa sulla traversa. Dopo venti minuti d’assoluto dominio tedesco, i padroni di casa iniziano a prendere campo, ma le occasioni da gol latitano. Al 32° i padroni di casa passano in vantaggio grazie ad un calcio di punizione di Srna, che coglie completamente impreparato il disattento Weidenfeller. La squadra di Lucescu prende fiducia nei propri mezzi e, grazie ad alcuni guizzi degli esterni offensivi, mette sovente in difficoltà la difesa del BvB. Al 41°, dopo una buona occasione occorsa a Kouba, il Borussia giunge al pareggio: cross di Gotze dalla destra, Lewandowski manca completamente l’aggancio del pallone, ma – complice un clamoroso scontro fra Chygrynskiy e Fernandinho – lo riconquista e con un preciso piatto destro batte il portiere avversario. A pochi secondi dal fischio finale del primo tempo lo Shakhtar Donetsk va vicinissimo al gol con Texeira, che non sfrutta a dovere l’ennesima incertezza dell’estremo difensore avversario.
Dopo un primo tempo ricco di emozioni e colpi di scena, la ripresa prende avvio su ritmi decisamente più blandi. Il Borussia, senza rendersi mai pericoloso, mantiene il pallino del gioco in mano, mentre Lucescu decide di togliere il debuttante Taison per il connazionale Douglas Costa. Ed è proprio il neo-entrato a ravvivare il match al 68°: lunghissimo lancio di Rakitskiy, Douglas – grazie ad un clamoroso errore della “premiata ditta” Hummels-Schmelzer – aggancia magnificamente il pallone e con una splendida girata batte Weidenfeller. Il Borussia reagisce: passano solo cinque minuti e Lewandowski, servito dalla destra da uno splendido assist di Gotze, effettua una splendida girata di destro che termina fuori di poco. La pressione degli uomini di Klopp viene premiata a tre minuti dal termine: cross di Schmelzer e splendido stacco di testa di Hummels, che segna il primo gol personale in Champions e fissa il risultato sul 2-2 finale.
Finisce in parità una gara splendida, dove la forza dei rispettivi reparti avanzati ha messo in risalto la cattiva organizzazione della fase difensive delle due compagini. Il BvB, in vista della gara di ritorno, deve assolutamente recuperare Subotic e Gundogan, uomini indispensabili nell’economia del gioco giallonero. I quattro davanti, nonostante l’impreciso Kouba odierno, hanno fatto il loro dovere, con Gotze e Lewa sugli scudi. Da incubo la prova di Weidenfeller, punto debole della splendida banda dell’oro di Klopp. Lo Shakhtar è apparso troppo remissivo, anche se l’atteggiamento degli uomini d’attacco non ha di certo giovato all’equilibrio complessivo della squadra, spesso spaccata in due e in sofferenza nel contenere le folate dei trequartisti ospiti. Borussia favoritissimo in vista del return-match. Ma lo Shakthar è un osso duro per chiunque anche lontano dalla mura amiche: sarà ancora battaglia e grande spettacolo. E con Klopp e Lucescu, diversamente non può essere.