Quante volte abbiamo letto, o udito, la seguente affermazione: calcio tedesco modello d’efficienza! Conti in ordine, stadi pieni, squadre imbottite di giovani e gioco offensivo a go-go. Praticamente un esempio da copiare e da esportare in tutto il mondo. Ma non è tutto ora quel che luccica. Se in Bundesliga i club – a parte qualche rara eccezione – vivono una situazione finanziaria tranquilla, talvolta, addirittura, florida, in Zweite Liga alcuni club, non potendo disporre degli stessi introiti televisivi della serie maggiore, vivono una situazione piuttosto precaria, seppur sotto controllo. Per ovviare a questo problema, la lega tedesca, con rifermento al prossimo quadriennio, ha deciso di aumentare del 20% la tassa ” di solidarietà” che i club della Bundesliga devono versare per sostenere quelli della seconda serie. Una sorta di “devolution” atta ad aiutare delle squadre che, pur non potendo disporre dell’attenzione mediatica dei club della massima serie, riescono tutti gli anni a dar vita ad un campionato appassionante ed avvincente, con un ottimo seguito sugli spalti e sugli schermi televisivi. Ma se i club di seconda divisione si sentono, in qualche modo, rasserenati da quest’iniziativa, le squadre della Dritte Liga, la terza divisione tedesca, continuano a vivere una situazione finanziaria deficitaria, in molti casi, addirittura, fallimentare.
Il caso più eclatante riguarda l’Alemannia Aachen. I Kartoffelkäfer, freschi di retrocessione dalla Zweite Liga, vivono una stagione da incubo a livello sportivo e da coma vegetativo a livello finanziario. I gialloneri, infatti, non sanno ancora se riusciranno a concludere la stagione, vista la procedura fallimentare in corso. Situazione davvero paradossale quella della squadra del Tivoli-Stadion: dopo aver chiesto un aiuto economico all’amministrazione locale pari a quattro milioni, il tribunale ha accertato che il buco ammonta ad una cifra decisamente superiore, ovvero diciannove milioni. Appena venuto a conoscenza della reale situazione finanziaria del club, il comune di Aachen ha denunciato l’Alemannia per falsa dichiarazione. Si son paventati tanti progetti per salvare il club giallonero, fra cui un “piano-Marshall” da parte della federazione e una gara amichevole contro il Bayern Monaco. L’unica soluzione, seppur temporanea, è la rinuncia da parte dei calciatori di buona parte degli emolumenti, anche se in alcuni casi si parla di un taglio addirittura dell’80%. E pensare che solo otto anni fa l’Alemannia, all’epoca in Zweite Liga e allenata da Hacking (attuale tecnico del Wolfsburg), raggiungeva la finale di Coppa di Germania, poi persa di misura (3-2) contro il Werder.
Un’altra nobile del calcio tedesco in crisi finanziaria è l’Hansa Rostock, anch’esso retrocesso lo scorso anno dalla Zweite Liga. Il bilancio della gloriosa squadra dell’Est annovera un passivo di sei milioni, anche se, stando agli ultimi rumors, la squadra non verrà lasciata allo sbando dalle autorità locali e dagli sponsor.Stessa sorte è toccata all’Osnabruck. La squadra lilla, attualmente al vertice della Dritte liga, è stata salvata da un provvidenziale prestito di 3,6 milioni erogato dalle autorità locali, e da alcune sottoscrizioni economiche (spontanee) fatte da buona parte degli 800 soci del club, radunatisi nei giorni scorsi in una assemblea dai toni drammatici. E’ diversi anni che il club dell’Osnatel si barcamena in una situazione economica instabile. Due anni fa, all’alba della retrocessione dopo un solo anno di Zweite, si paventava già di un possibile fallimento. La condizione attuale, quindi, è figlia di una situazione datata e mai risolta, e che, se non verrà accompagnata da una giusta programmazione, potrebbe ripresentarsi nell’arco di qualche anno.
Il campionato dell’Arminia e dell’Unterhaching è stato, fin qui, assolutamente positivo, ma fuori del campo i problemi, seppur in misura minore delle squadre fin qui citate, restano. L’Unterhaching – squadra passata alla storia per aver fatto perdere una Bundes al Bayer Leverkusen – a causa dalla totale mancanza di sponsor, sarà costretta a vendere alcune pedine di rilievo della prima squadra, con il serio rischio di compromettere la lotta per la promozione. Ma la lista della squadre in difficoltà finanziaria, seppur senza lo spettro del fallimento dietro l’angolo, è ancora lunga e ricomprende: Wacker Burghausen, Kickers Offenbach, Saarbrucken, Darmstadt e Kickers Offenbach. Fra tante note negative, un briciolo di speranza arriva dallo Stoccarda Kickers, squadra che naviga in acque agitate da qualche anno e che invece, nell’ultimo esercizio, ha sfiorato la parità di bilancio.
Ora, in Germania, si discute sui modi e sull’opportunità di salvare queste squadre, che, a differenza di quelle della seconda divisione, non potranno beneficiare di nessun sussidio da parte della Bundesliga. La montagna di debiti accumulata da alcune di queste, Alemannia e Hansa in primis, deriva da gestioni finanziarie dissennate degli anni precedenti, volte, fondamentalmente, al raggiungimento – o al mantinemento – della massima divisione. Come si possono aiutare, ora, queste squadre? Trasferire il debito sulle ricche squadre tedesche, non servirebbe a nulla. L’ideale sarebbe dirottare alcune risorse dei diritti tv della Bundesliga (magari anche solo un 5%) verso le squadre in difficoltà della dritte, ma questa ipotesi è tecnicamente impossibile, visto che la terza divisione, a differenza delle prime due divisioni (di competenza della lega calcio tedesca), è organizzata dalla federazione. Uno solo, in questi casi, resta l’esempio da seguire: quello scozzese, applicato nei confronti dei Rangers. Con la speranza che questa rincorsa al debito per vincere, che già in passato ha riguardato qualche big, non vada a rovinare le fondamenta del grande calcio tedesco. Alcune spese folli di qualche “top-team”, nonostante fossero ampiamente sostenibili, fanno capire che in Germania il vento sta cambiando. E l’aria che porta con sé, per nuova che sia, non è certo delle più salutari.