La voglia di ritrovare la sua Argentina gli ha fatto dimenticare tutto: la fatica, le quattro ore di sonno, la presenza dei suoi compagni di squadra. Dalle 5 di mattina all’aeroporto di Zaventem, Lucas Biglia, accompagnato da sua moglie Cecilia, da sua figlia Allegra e da una montagna di valigie, sembrava aver fretta di prendere il suo volo: “E’ normale, sono sei mesi che mi aspettano lì. Fino ad oggi non sono mai venuti in Belgio. Chissà che mio fratello maggiore non venga a giocare qui: so che l’hanno seguito, così come gli altri due miei fratelli che giocano all’università. Ma ora dobbiamo festeggiare”. Qualche minuto più tardi, Lucas Biglia scompariva nel Gate A, senza aver visto che a pochi metri di distanza era seduto Ronald Vargas: “Rivedrò di certo i miei compagni di squadra”.
Lucas, è tempo di salutarla e di ringraziarla.
“Non so se tornerò. Per essere franco, spero che il mio percorso qui si sia concluso, ma non si può mai sapere. In ogni modo, devo essere io a dire grazie. Grazie per tutto quello che ho ricevuto qui: non lo dimenticherò mai”.
Ma immaginiamo che alla fine resterà all’Anderlecht, Lucas. Come trovare le motivazioni?
“Non sarebbe un problema, l’ho fatto già quest’estate. Non mi lamenterò mica se sarò ancora qui a gennaio”.
Anche perchè col prezzo fissato dall’Anderlecht, solo i russi sono in grado di comprare il suo cartellino.
“Ma non ho mai detto di non voler andare in Russia”
Ma sua moglie, Cecilia, preferisce la Spagna o l’Italia.
“E’ ovvio che sono le destinazioni sognate, ma non chiudo la porta alla RUssia. La sola differenza è che ne dovrei discutere con la mia famiglia. Cecilia dirà la sua, perchè so che questa scelta potrebbe cambiarle la vita. Negli altri casi, deciderò da solo”.
Venderà la sua casa qui in Belgio?
“A volte ho l’impressione di essere belga, anche se non ho mai pensato di giocare per la vostra nazionale (sorride, ndr). Sarò molto triste quando dovrò salutare alcune persone. Una parte della mia vita e tanti ricordi saranno legati per sempre a questo paese”.
Sono gli ultimi mesi quelli che ricorderà di più?
“No. Il mio più bel ricordo è la nascita di Allegra. Il Belgio è il suo paese”.
Ma può vivere come un’espatriata.
“No, mi sono informato. So che troveremo una buona scuola, e non si sentirà persa. Adesso è tempo di partire: non voglio avere rimpianti”.
Thibaut Roland, La Dernière Heure