Dal punto di vista sportivo e commerciale, diverrebbe in poco tempo un successone: la Vysšaja Liga, un tempo di altissimo livello ma quasi “nascosta” o “boicottata” alle nostre latitudini, sarebbe al tempo stesso appetibile dai grandi network televisivi e ridarebbe dignità calcistica a squadre mitiche dell’ex Unione Sovietica, cadute in disgrazia per la scarsa competitività dei campionati locali, nati dopo lo scioglimento dell‘URSS. Un campionato che comprenda le maggiori squadre di alcuni stati ex sovietici è un obiettivo dei massimi dirigenti della Federcalcio russa ed è visto di buon occhio da parecchi rappresentanti di Ucraina, Armenia, Georgia, Bielorussia e dei paesi baltici. Lasciamo da parte, in questa sede, tutti i risvolti politici e sociali, ma rivivere duelli mitici – in salsa moderna e con alle spalle dei magnati che spuntano come funghi in ogni angolo dell’ex URSS – potrebbe alimentare ulteriormente i riflettori verso il calcio dell’est. Rivedere settimana dopo settimana su palcoscenici importanti le varie Dinamo Kiev (nella foto un momento del match di Coppa dei Campioni 82-83, contro l’Amburgo), Dinamo Tbilisi, Skonto Riga, Ararat Erevan, oltre alle nuove potenze come lo Shakhtar Donetsk sarebbe stupendo, oltre che – ripetiamo – potenzialmente una miniera d’oro per l’ipotetica nuova lega, che attrarrebbe sponsor e tv da tutto il mondo. L’idea è piaciuta anche al Cremlino: l’URSS, o CCCP per i “nostalgici”, può risorgere. In campo.
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