Paris Saint-Germain-Porto 2-1: Ancelotti salva la panca, ma che Porto!

In una serata di Champions che lasciava poco spazio al pathos, la sfida del Parco dei Principi era forse l’unica ad avere un vero significato. In palio, infatti, c’era il primo posto del girone, che significa maggior introiti economici e – in linea molto teorica – un avversario più abbordabile negli ottavi di finale. Squadre che si presentavano al confronto in una situazione ben differente: Porto con il vento in poppa,  reduce da cinque vittorie consecutive in SuperLiga e ancora imbattuto sia in Champions che in campionato; Paris Saint-Germain, invece, sconfitto tre volte nelle ultime cinque uscite in Ligue 1 e lontano ben cinque punti dalla testa della classifica, con Ancelotti sempre più a rischio esonero. Il Porto si schiera con il collaudato 4-3-3, che spesso, grazie alla posizione molto avanzata di Lucho, si tramuta in un 4-2-3-1.  Ancelotti opta per un 4-4-2 molto offensivo, con Pastore largo a sinistra e Lavezzi esterno destro.  Nei primi  dieci minuti i parigini dimostrano una maggior determinazione nel cercare i tre punti e sfiorano il vantaggio in un paio di occasioni con Ibra e Lavezzi. Il Porto reagisce subito e al dodicesimo va vicino al gol con Martinez, ma la strepitosa azione del colombiano viene strozzata da un provvidenziale intervento di Thiago Silva, che riesce a deviare il pallone in corner. Il Porto prende in mano le redini del gioco e costringe i padroni di casa a giocare di rimessa.  Nel momento migliore di dragoni, sono però i transalpini a passare in vantaggio: alla mezz’ora una punizione dalla sinistra di Maxwell trova la perfetta inzuccata di Thiago Silva, che brucia sul tempo Danilo e porta in vantaggio i suoi. La reazione del Porto è veemente e si concretizza dopo sei minuti con l’onnipresente Jackson Martinez, che, lasciato colpevolmente solo da Alex,  raccoglie un invito a nozze di Danilo e da pochi metri insacca di testa.  Negli ultimi dieci minuti, nonostante i dragoni giochino meglio,  entrambe le squadre hanno una ghiotta opportunità per passare in vantaggio, ma Sirigu (su Rodriguez) e Helton (su Ibra) si dimostrano all’altezza.

Nella ripresa il Psg parte con ben altro piglio e costringe i dragoni sulla difensiva.  Si accende finalmente anche Pastore, che, a differenza della prima frazione, di tanto in tanto si accentra e riesce ad essere utile con alcuni passaggi illuminanti. La supremazia locale viene premiata dopo sedici minuti  con Lavezzi, che va ancora a segno dopo Kiev, ma deve ringraziare Helton, autore di una papera colossale. Il Porto torna a macinare gioco, ma Sirigu è bravissimo in almeno tre circostanze ad evitare la seconda rete. Nel finale, con il Porto completamente sbilanciato alla ricerca del pari,  il PSG va vicinissimo al terzo gol in un paio di circostanze, ma un impreciso Ibra ( molto deludente stasera) e uno sfortunato Pastore ( positivo nella ripresa) non riescono a centrare lo specchio della porta. Vince il  Psg, ma la strada per dichiarare definitivamente chiusa la crisi è ancora lunga. Positiva la reazione nella ripresa, con Pastore più nel vivo del gioco e un Lavezzi molto generoso;  peccato, invece,  per l’ennesima serata storta di Ibra in Champions. Il Porto ha confermato d’essere una signora squadra: organizzazione tattica perfetta, giocatori dotati di tecnica sopraffina (Martinez e Rodriguez su tutti) e trame di gioco esaltanti. Anche quest’estate i dirigenti dragoni potranno vendere qualche talento cristallino a cifre mirabolanti, ripetendo quanto fatto nell’ultimo calciomercato. Stavolta, però, oltre a reinvestire  la somma in giocatori di movimento, sarebbe il caso di destinare qualche spicciolo per l’acquisto di un nuovo portiere. Perché le partite le vinci se segni, ma anche – se non soprattutto – se non prendi gol.