A inizio secondo tempo di Real Madrid-Athletic Bilbao, Fernando Llorente – come al solito panchinaro – è stato invitato a riscaldarsi da Marcelo Bielsa. Il centravanti, campione del mondo e d’Europa con la Spagna, al primo accenno di corsa, si è visto tributare un’ovazione che nemmeno ai grandissimi. Ne sa qualcosa Cristiano Ronaldo, spesso fischiato (sembra incredibile) dall’esigente pubblico madridista, che molti hanno notato particolarmente infastidito per quest’episodio, sia in campo che nel post-gara. Llorente, diciamolo chiaramente, è vittima di mobbing da inizio stagione, da parte del club e del suo allenatore, Bielsa: incredibile che un attaccante del suo livello non sia titolare e simbolo di una squadra come l’Athletic, assurdi gli episodi che si sono succeduti in questi mesi, quasi da denuncia. L’Athletic, o meglio il vulcanico Urrutia, quasi a voler scimmiottare il tipico orgoglio basco, non lo venderà, a costo di rinunciare a quei 6-7 milioni che un attaccante di livello europeo vale ancora sei mesi prima della scadenza del suo contratto. A Telebilbao, ieri, Llorente ha candidamente dichiarato di sentire di aver fatto fino in fondo il proprio dovere, non mancando di rispetto a nessuno. Un vero signore. Nei Paesi Baschi danno per certo l’accordo con la Juve a giugno, ma l’episodio del Bernabeu può aprire scenari più o meno inediti. Già, perchè il Madrid sulle tracce di Fernando lo è stato per molto tempo. E adesso, con la partenza probabile di almeno uno tra Benzema e Higuain (molto più veritiera la seconda), il 2013 potrebbe essere la volta buona. Perchè, forse, l’ovazione del Bernabeu non era un semplice atto di solidarietà verso un giocatore palesemente maltrattato dal proprio club: quei cori erano per un centravanti campione del mondo che merita di giocare nel club più famoso al mondo in uno dei due campionati più seguiti e più competitivi al mondo, e l’altro di certo non è la Serie A. Forse, Marotta avrebbe dovuto compiere uno sforzo in più qualche mese fa.
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