Nove successi negli ultimi dieci confronti, compreso quello – clamoroso – dello scorso anno terminato con un roboante 8-2 per i red devils: la rivalità Manchester United-Arsenal che aveva accesso la Premier League e l’Europa a cavallo tra i due secoli è poco più di un ricordo. Tanto che Ferguson e Wenger, spesso protagonisti di scontri dialettici quantomeno taglienti, sono quasi diventati amici; tanto che Wenger, in estate, è riuscito a vendergli anche la sua punta di diamante, quel Robin Van Persie che non ne ha voluto sapere di rinnovare e restare capitano all’Arsenal ed ha preferito provare a vincere qualcosa di importante nella sua carriera. Insomma, i tifosi dei gunners si accontentano – o almeno ci provano – del gioco sempre (o quasi) effervescente, dei giovani lanciati in prima squadra, di partite al cardiopalma come quella di Coppa di Lega contro il Reading, terminata con un’incredibile 7-5, dopo lo 0-4 iniziale. Eppure, quest’anno, la musica sembrava poter cambiare: Cazorla si è rivelato un acquisto di primissimo piano, era facile prevederlo, Giroud dopo i primi tentennamenti si sta rivelando un buon centravanti, Mertesacker ha ritrovato una buona vena difensiva, Arteta è nel pieno della maturità agonistica, Koscielny ha confermato i progressi dello scorso anni e Diaby è di nuovo tornato ad ottimi livelli. Eppure…Eppure, l’Arsenal è sesto in Premier League, a -7 dal Chelsea capolista, dove è stato capace di perdere a Norwich, seconda sconfitta stagionale dopo quella all‘Emirates col Chelsea; in Champions è reduce dallo 0-2 casalingo contro lo Schalke. E se Walcott non avesse tolto le castagne dal fuoco, martedì sera l’eliminazione dalla Coppa di Lega si sarebbe materializzata contro una squadra di seconda divisione. Wenger, come troppe volte negli ultimi anni, deve fare i conti con un’incostanza di rendimento che, d’altro canto, potrebbe portare i suoi ragazzi anche al trionfo in una partitissima come quella dell’Old Trafford. D’altronde, nonostante i numeri siano confortanti, qualche problemino al Manchester United continua ad esserci: la difesa è un colabrodo (già in 5 partite di Premier sono stati subiti almeno due gol) e Vidic – notizia del giorno – ne avrà fino a Natale. Rooney non è completamente a suo agio nel ruolo di centrocampista offensivo, altro che seconda punta, e Kagawa – fuori fino a fine novembre – è stato finora un flop. Lo United è comunque secondo, reduce dalla vittoria chiacchieratissima in casa della capolista Chelsea, ed è questo l’aspetto migliore della stagione. Assieme, ovviamente, ai 9 gol in 12 partite (alcuni spezzoni compresi) proprio di Van Persie: l’olandese non ha avuto bisogno di ambientarsi, lo spogliatoio e Ferguson lo hanno accolto a braccia aperte. E le giocate d’alta scuola, unite ai gol, non sono mancate. Domani, Robin sarà comunque emozionato. Era il capitano di quella squadra. E, forse, ha abbandonato i suoi ragazzi nel momento del bisogno.
Qui Manchester United. Vidic sarà fuori fino a Natale, Smalling e Jones sono vicini al recupero ma per domani non sono disponibili. Kagawa torna a inizio dicembre, sulle fasce saranno Valencia e Young sulle ali a cercare di supportare Rooney e Van Persie. Fletcher dovrebbe partire dalla panchina, a centrocampo spazio a Carrick e Cleverley.
Qui Arsenal. Gervinho non ha recuperato dall’infortunio alla caviglia contro il Qpr, domani non ci sarà. Gibbs fuori, il terzino sinistro sarà Andre Santos. Wilshere ancora titolare, Walcott – invece – nonostante la tripletta al Reading sarà probabilmente escluso dall’undici iniziale.
Manchester United-Arsenal, le probabili formazioni
Manchester United (4-2-3-1): De Gea; Rafael, Ferdinand, Evans, Evra; Carrick, Cleverley; Valencia, Rooney, Young; Van Persie
Arsenal (4-2-3-1): Mannone; Sagna, Mertesacker, Vermaelen, Andre Santos; Wilshere, Arteta; Ramsey, Cazorla, Podolski; Giroud