Non si sarebbe potuto di certo rimproverare alla Francia di Deschamps di non averci provato; anzi, per dirla tutta, avrebbe forse meritato anche qualcosa di più al Vicente Calderon di Madrid, al cospetto della ormai leggendaria Spagna. Partita bellissima, scontro a ragione considerato il più atteso del biennio di qualificazione ai Mondiali in Brasile del 2014; Deschamps ha avuto il merito di non cadere nella tentazione di chiudersi, errore che fu fatale quattro mesi fa a Blanc nei quarti di finale dell’Europeo, partita che si concluse con un 2-0 per la Spagna senza subire alcun tiro in porta.
I dubbi di formazione sono stati sciolti come da previsioni alla vigilia: Del Bosque opta ancora per la celeberrima formula del “falso nueve” con Fabregas al posto di Torres. El Nino riceverà la tanto attesa standing ovation del suo ex stadio al 70′, al momento dell’avvicendamento con Iniesta. Deschamps, invece, sceglie Sakho al centro della difesa, Menez come esterno destro d’attacco e il trio Gonalons, Cabaye, Matuidi a centrocampo, consapevole di doversi immolare di fronte al diabolico palleggio iberico.
E, in effetti, la partita comincia così: ritmo martellante, difesa transalpina in grossa difficoltà. Nemmeno l’uscita immediata di Silva, entra Cazorla, serve a frenare la spinta dei campioni del mondo. Spagna che trova il vantaggio al 24′ su azione d’angolo: Sergio Ramos, lasciato solissimo al centro dell’area, colpisce un clamoroso palo. Sakho e Koscielny rimangono imbambolati, il pallone è ributtato al centro e il difensore del Real Madrid, ancora con le mani tra i capelli, non ha difficoltà a insaccare con la porta praticamente spalancata. Sembra essere il preludio di una partita “addormentata” dai cervelli e piedi fini spagnoli, ma l’andazzo non dura parecchio. Qualche errore in appoggio, l’aggressività di Matuidi e un Benzema ispirato cominciano a dare qualche grattacapo ai padroni di casa. L’ultimo quarto d’ora del primo tempo è un susseguirsi di emozioni: proprio Benzema, lanciato da Ribery, sfiora il pari con un bel diagonale sventato da Casillas. Sul calcio d’angolo che segue, in effetti i bleus il gol lo trovano: ribatte la difesa, cross dalla destra di Cabaye, sponda di Benzema e Menez, dietro la linea del pallone e anche rispetto a Sergio Ramos, ribadisce in rete di testa. Incredibilmente, il guardalinee segnala il fuorigioco dell’ex Roma, rete annullata. Passa qualche minuto, Koscielny travolge Pedro in area: rigore nettissimo. Fabregas si incarica della trasformazione, sullo sfondo si intravede uno Xabi Alonso infastidito, ma calcia malissimo: Lloris è pronto nella respinta. Prima del fischio finale, un’altra doppia occasione per i padroni di casa, con Pedro – imbeccato stupendamente da Xavi, e Fabregas, ma è ancora il portiere del Tottenham a ergersi a protagonista con un grande doppio intervento, il secondo a mano aperta. Il Vicente Calderon, strapieno, è entusiasta dello spettacolo.
A inizio ripresa Del Bosque perde anche Arbeloa; entra il terzino dell’Atletico, Juanfran, alla prima ufficiale con le Furie Rosse. Ma, la ripresa sarà in pratica un assolo francese. Evra è scatenato sulla sinistra, Ribery e Benzema in partita, Deschamps è lucido. Dal 4-3-3, o 4-1-4-1 che dir si voglia, l’ex tecnico della Juve passa al 4-2-3-1, sostituendo Gonalons con Valbuena. E’ la svolta della partita. La Francia comincia a costruire palle gol a ripetizione, manca soltanto il guizzo finale di Benzema, il giusto passaggio finale di Ribery. Cabaye sale in cattedra, Xavi e Iniesta per una volta vanno in difficoltà. Ribery dà l’impressione ottica del gol con un destro diretto all’incrocio, poco dopo ancora Benzema manca di pochissimo il tap-in vincente. Ma la Francia si sfilaccia, così Deschamps fa un passo indietro mettendo fuori Menez e lanciando Moussa Sissoko, che almeno garantisce corsa e qualità allo stesso tempo. Per la verità, il centrocampista del Tolosa spreca subito con una conclusione goffa un buon pallone al limite dell’area, e né la conclusione di Fabregas che sfiora il palo, né l’ingresso di Torres cambiano la musica. Col passare dei minuti e lo spreco di palle gol a ripetizione, la fiducia degli ospiti comincia a calare, ma i fischi assordanti del Vicente Calderon lasciano immaginare un finale da brividi. Deschamps all’87’ toglie Benzema, esausto, e butta dentro Giroud. E’ la mossa vincente; al 93′ e 30 secondi, 30 secondi in più del recupero concesso, l’attaccante dell‘Arsenal batte Casillas con un preciso colpo di testa all’angolino, su cross di Ribery. E’ l’epilogo più amaro, ma forse giusto, per i campionissimi spagnoli che vedono interrotte diverse strisce da record: 24 vittorie consecutive nelle qualificazioni per Mondiali ed Europee, 25 di fila in casa totali, quasi 800 minuti con la porta inviolata. Il primo posto del Gruppo I, però, si giocherà allo Stade de France, nel 2013. Au revoir.