Monaco-Juventus 0-0, il pareggio vale la qualificazione dei bianconeri

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Monaco-Juventus 0-0 – Allo Stade Louis II di Monaco va in scena un quarto di finale attesissimo per la posta in palio: un posto nell’olimpo del calcio.
Il Monaco desidera ripetere la storica finale di Champions persa contro il Porto di Mourinho nel 2004; ai tempi in quella squadra c’era gente del calibro di Morientes, July e Roten. Questo Monaco non è da meno con Berbatov, Moutinho e Toulalan. Sebbene il bomber bulgaro non sia titolare, Leandro Jardim potrebbe dargli spazio nella ripresa.
La squadra che esprime il miglior gioco nello stivale si gioca la possibilità di raggiungere una semifinale di Champions dopo dodici anni. L’atteggiamento è lo stesso di sempre, una feroce determinazione acquisita con l’avvento dell’era Conte e rimasta tale anche con il più pacato Allegri. Ad esacerbare il tutto c’è però l’orgoglio ferito di una squadra che arde dalla voglia di far rispettare le gerarchie ed affermarsi nel calcio che conta.

Per ciò che riguarda le formazioni, il Monaco di Leandro Jardim si presenta con un 4-3-3 così composto: Subasic; Fabinho, Raggi, Abdennour, Kurzawa; Moutinho, Toulalan, Kondogbia; Silva, Martial, Ferreira. Il rodatissimo 3-5-2 scelto da Massimiliano Allegri vede invece: Buffon; Chiellini, Bonucci, Barzagli; Evra, Vidal, Pirlo, Marchisio, Lichtsteiner; Morata, Tevez.

PRIMO TEMPO – L’inizio del Monaco è incoraggiante tanto che costringe la Juve a rinchiudersi nella sua metà campo, stordita dal profumo di semifinale.
Al minuto 6′ e al 20′ Kondogbia, autore di un grande inizio partita, conclude con la rabbia di chi vuole arrivare presto. Solo il secondo tentativo inquadra la porta e, sebbene potente, si rivela centrale finendo nelle braccia di capitan Buffon. Ma il Pogba del Principato, questo l’ingombrante paragone degli addetti ai lavori, promette bene. Peccato non ci sia il più famoso Paul per un confronto diretto.
Al 15′ sono Bernardo Silva e João Moutinho a far mostra di un po’ di sana tecnica lusitana caratterizzata da grande qualità nel controllo e nel tocco di palla, ma purtroppo inconcludente.
La Juve prova scuotersi e si affida al genio del suo purosangue: al 26′ una verticalizzazione di Pirlo per Lichtsteiner viene intercettata prontamente dal portiere monegasco Subasic.
Passano solo un paio di minuti ed è ancora Moutinho, il giocatore di maggiore creatività dei francesi, a provarci. Il giocatore ex Sporting Lisbona e Porto evita Vidal con una finta di corpo e serve Ferreira Carrasco che gli fa una sponda eccellente, nemmeno fosse un pivot da calcio a 5; Moutinho picchia il pallone senza pensarci due volte ma la sua conclusione esce. Ma che risolutezza: i monegaschi vogliono l’impresa della stagione, atteggiamento corroborato dal grande pressing attuato. Il loro ritmo forsennato mette la Juve sotto assedio, tuttavia i rischi sembrano essere ben calcolati.
Al 44′ Tevez ruba un gran pallone ad un Raggi un po’ assopito, ma dopo una serie di passaggi volti a propiziare un’azione pericolosa, non arriva la conclusione.
Solo un minuto dopo è Morata a conquistare un pallone sulla trequarti offensiva; il suo gran lavoro serve un assist perfetto a Tevez che tira senza esitazioni; palla di poco fuori sulla sinistra del portiere croato.

SECONDO TEMPO – In avvio il capitano Toulalan esce per far posto a Berbatov, 34 anni ed una grande esperienza internazionale oltre che ad un grande fiuto del gol. La ripresa segue come era finito il primo tempo: tanti errori tecnici soprattutto da parte dei bianconeri che sembrano soffrire del mal di Europa.
Bisogna aspettare il 57′ per avere un’emozione tangibile: lunghissimo lancio di Pirlo e campo aperto per Morata che riceve correttamente e tenta un dribbling invece di servire Tevez. Peccato per la ghiotta possibilità sciupata.
Con il passare dei minuti gli spazi concessi dal Monaco si allargano: la freschezza non è quella del primo tempo e il gol per approdare ai supplementari che non arriva obbliga i francesi a prendere dei rischi.
Al 61′ è ancora Kondogbia a scuotere i suoi: il suo doppio dribbling dal limite dell’area si conclude però con un tiro bislacco. La personalità che questo ventiduenne mostra, unita all’esuberanza fisica rendono il paragone con il Pogba bianconero per niente irriverente.
In una partita in cui tutti i giocatori bianconeri hanno giocato sotto il loro livello, l’unica conclusione è quella velleitaria di Claudio Marchisio al 65′. Al 69′ Allegri prova ad invertire l’inerzia della partita facendo entrare Fernando Llorente al posto di Alvaro Morata; non una gran serata per il madrileño che al momento di uscire ha sfogato l’insoddisfazione personale per la sua prestazione.
Al 77′ entra Pereyra al posto di un ombroso Vidal e la sua freschezza fa respirare la Juventus. Llorente difende palla là davanti e la sofferenza bianconera viene alleviata.
L’indolente passività in attacco della Juve permane fino alla fine della partita ma la difesa, sorretta da un grande cuore, non vacilla: è semifinale, finalmente.

Sarà stato forse l’effetto Champions League, sarà stato forse l’ottimismo eccessivo, ma quest’oggi la Juventus ha patito moltissimo l’aggressività dei francesi che si sono dimostrati più coraggiosi e intraprendenti. Alla Juve è mancata la consueta cattiveria oltre che un atteggiamento propositivo, cosa che in Europa si paga a caro prezzo. Tuttavia l’obiettivo dichiarato è stato agguantato. Ci sarà tempo per recuperare le energie mentali. Ora che ci si trova tra le prime quattro d’Europa può succedere di tutto.