Come avevamo già accennato nell’ultimo articolo riepilogativo la Reiffeisen Super League sta confermando verdetti già ipotecati prima della lunga sosta invernale conclusa ad inizio febbraio. In primis la capolista che rimane saldamente il Basilea veleggiante verso l’ennesimo (il sesto consecutivo) titolo nazionale.
CLASSIFICA (dopo 25 giornate) – 55 punti Basilea; 48 Young Boys; 41 Zurigo; 36 Thun; 35 San Gallo; 29 Sion; 27 Grasshoppers; 26 Vaduz; 22 Lucerna; 19 Aarau
Il Basilea continua a comandare in campionato e ora, archiviata con molta delusione l’eliminazione dagli ottavi di Champions League per mani di un Porto non così superiore come ha dimostrato il risultato della doppia sfida, potrebbe chiudere a breve il discorso. I rossoblù hanno sempre il miglior attacco e la migliore difesa e, nonostante un paio di scivoloni consecutivi (pareggio in casa col Sion e sconfitta a Berna) dovuti proprio al decisivo impegno europeo. Sousa non ha perso il vizio (o virtù, punti di vista) di spostare le sue pedine sulla scacchiera verde e i risultati finora gli danno ragione anche se risulta difficile ad oggi capire quale sia il vero ruolo di giocatori come l’albanese Xhaka (terzino destro o mediano?) o Zuffi (mediano, trequartista, mezz’ala?); il tecnico portoghese è sicuramente preparato ma deve le sue fortune alla strepitosa coppia formata da Gashi (13 gol nelle ultime dieci presenze, è a quota 18 reti, a soli due gol dal suo record in carriera) e il futuro “pensionato” Streller (ancora utile, tre gol e due assist nel post-sosta).
Predominio rossoblù mai messo in discussione in questa stagione, anche perchè lo Zurigo, fino alla sosta a sorpresa secondo, si è ripresentato espugnando con personalità San Gallo (4-1) e togliendosi la soddisfazione di vincere il derby col Grasshoppers (tre gioie su tre nelle stracittadine stagionali) ma gettando poi via clamorosamente una stagione intera fallendo tre abbordabili partite casalinghe in fila (sconfitto da Thun e Sion, 0-0 con l’Aarau) e scendendo al terzo posto in classifica; davvero difficile spiegare questa brutta china della squadra di Meier tradito dalla pessima vena dei suoi due giocatori di qualità (Chiumiento, finito anche in tribuna, e il capitano Chikhaoui tornato scarico dalla Coppa d’Africa ed espulso nell’ultimo match perso 3-0 a Berna per un brutto fallo di reazione); insomma una squadra in chiara crisi d’identità anche tattica come dimostra la virata di Meier dal consolidato 3-4-1-2 al 4-3-2-1 sperimentato con pessimi esiti proprio a Berna.
Al secondo posto approda così lo Young Boys, che già da novembre aveva cambiato marcia, forte di una serie di 11 risultati utili consecutivi, battendo anche proprio la capolista Basilea; archiviata la prevedibile eliminazione dai sedicesimi di Europa League, la squadra di mister Forte ha perfezionato un 4-4-2 offensivo (15 reti fatte negli ultimi sei turni ma anche 7 subite) con gli esterni Steffen e Nuzzolo a fare spesso la differenza e rifornire i prolifici terminali offensivi e cioè lo svedese Gerndt (tornato a giocare a febbraio dopo lo stop di un anno per la frattura di una caviglia in un mese e mezzo ha già portato 3 gol e 3 assist alla causa giallonera) e il francese Hoarau (8 gol nelle ultime 5 presenze, è arrivato alla quota stagionale complessiva di 18 reti tornando, un po’ a sorpresa, ai livelli realizzativi del suo primo anno al Psg di sei anni fa). Se i gialloneri continuano questa marcia potrebbero impensierire addirittura il Basilea, intanto si sono assicurati la seconda piazza distanziando di sette punti lo Zurigo.
Il resto della classifica è meno delineato: Thun e San Gallo prima della sosta stavano riscattando la scorsa deludente stagione ma entrambi i club hanno ripreso dopo la sosta col “freno a mano” conquistando una sola vittoria nelle sette partite del 2015; biancorossi soprattutto in crisi offensiva (terzultimo attacco del campionato) scontando la sterilità del bomber finlandese Sadik (un gol nel 2015) e la fase di ambientamento di Rojas (gol all’esordio poi scena muta per il talentuoso trequartista neozelandese di origini cilene) mentre il San Gallo pagano una fragilità difensiva ormai conclamata (23 gol subiti negli ultimi 11 turni, una media di 2 gol presi a partita) e ormai difficile da cementare per mister Saibene che dopo l’addio di Montandon e la cessione del terzino Lenjani sta pagando delle scelte sfortunate per rimpiazzarli (il centrale israeliano Kapiloto out per un infortunio al braccio, non all’altezza finora il 30enne Thrier al debutto in Super League).
Sorprendente invece la ripresa del Sion che quando ormai pareva intrappolato nell’ennesima replica delle ultime stagioni, fatta più di poche soddisfazioni e un’infinità di cambi di allenatori decisi dal vulcanico presidente Constantin, ha cambiato marcia dopo il ritorno in panchina di Didier Tholot arrivato a recuperare una situazione negativa dopo le gestioni degli uomini di società Chassot (8 punti nei primi 10 match) e Dries (7 punti in 8 turni); il 50enne francese ha abbandonato il 4-2-3-1 adottando un più spavaldo 4-3-3 cambiando quasi completamente gli interpreti grazie ad un mercato di riparazione oculato (ceduti la punta Leo e l’ala Wuthrich si è investito un milione di euro per l’ex mediano e capitano del Grasshoppers Salatic che ha da subito dato un solido contributo e si sono centrati due “colpi” a costo zero come l’ex Juventus Ziegler e l’ex Fulham Zverotic) e conquistando 14 punti in sette match ha di fatto tirato fuori dalla zona retrocessione i biancorossi ora tranquilli al sesto posto. L’esplosione del 21enne senegalese Konatè (la meteora genoana ha infilato 8 gol negli ultimi sei turni) e la crescita di due giovani del vivaio come il longilineo trequartista Edimilson Fernandes (4 presenze da titolare e già un gol e un assist per il classe ’96 cuginetto di Gelson ex Udinese e di Cabral altra meteora genoana) e la punta classe ’94 Follonier (match-winner nell’1-0 a Zurigo).
Anche il Grasshopper, che resterà comunque la grande delusione stagionale viste le premesse di lotta al titolo, vede la luce in fondo al tunnel: il divorzio consensuale col tedesco Skibbe (“scappato” ad allenare in Turchia dopo aver conquistato solo 5 vittorie in 18 partite) ha consegnato la squadra all’ex ct dell’under 21 svizzera ed ex vice di Kuhn nella nazionale maggiore Pierluigi Tami che passata la tempesta delle prime tre partite (tre netti ko contro le prime tre in classifica) e dopo alcuni esperimenti tattici ha trovato una serie di quattro risultati utili consecutivi grazie ad un saggio mix di esperienza (Grichting sempre al centro della difesa, l’ungherese Vadocz in mediana e il terzino Lang uomo mercato) e gioventù (il classe ’94 Gulen spalla di Grichting, il centrocampista del ’92 Fedele arrivato in prestito dal Sion, e il bomber 22enne israeliano Dabbur andato in gol 4 volte negli ultimi sette turni). Bene proporzionalmente ai mezzi a disposizione anche il Vaduz, club che rappresenta la nazione del Liechtenstein nella Super League, grazie al lavoro di mister Contini bravo a registrare la difesa rendendo arduo per chiunque battere quella che era considerata la squadra materasso e che si tiene a distanza dalla zona “calda” nonostante una rosa dal livello tecnico mediocre e senza attaccanti degni di questo nome. Sul fondo continua la “guerra tra poveri” di Lucerna e Aarau: i biancoblù non hanno trovato una loro identità nemmeno dopo l’arrivo in panchina a novembre di Babbel che ha però cominciato discretamente il 2015 con tre pareggi, due vittorie e due sconfitte grazie ad un 4-3-1-2 che ha puntato e dovrà puntare ancora sulla coppia offensiva composta dal lunatico paraguaiano Lezcano e dal bomber Marco Schneuwly. Caduta verticale invece ad Aarau dove fino a novembre regnava soddisfazione per un andamento da metà classifica che aveva fruttato il prolungamento contrattuale a mister Sven Christ poi una netta frenata con soli 3 pareggi in undici partite e solo 3 reti segnate che ha depresso tutto l’ambiente bianconerorosso che pare ormai rassegnato alla retrocessione.