Ancora River, sempre River. Barovero para e Sanchez segna. Il River Plate vince. Come all’andata. Uno a zero, stessi protagonisti, stesso copione. River Plate campione della Recopa Sudamericana 2015. Terzo trofeo in poco più di un anno per la squadra di Marcelo Gallardo. River che si è meritata ancora una volta il titolo di “mas grande d’Argentina”, anche se questa volta il titolo riguarda tutto il Sudamerica. Non ce ne vogliano i tifosi del Boca, la cui bacheca è molto più carica di trofei, ma negli ultimi anni il bilancio pende a favore dei “Millonarios”. E’ il settimo trofeo internazionale nella storia del River ma questa volta si tratta di una nuova stella per un titolo inedito.
Emozioni fortissime al Nuevo Gasometro prima, durante e dopo la partita. Stadio stracolmo di tifosi, circa quarantamila i posti disponibili e altrettanti quelli occupati. Atmosfera pazzesca, tensione alle stelle. Partita iniziata con ben venticinque minuti di ritardo. Prima il tifo spassionato ma incontrollato delle “hinchas” di Boedo che ha riempito il terreno di gioco di carta, poi l’attesa infinita per la squadra ospite che ha ritardato di almeno cinque minuti dalla chiamata dell’arbitro, poi la premiazione per il “Pichi” Mercier, capitano del San Lorenzo, alla centesima in maglia rosso-blu.
Pronti, partenza via e il “Ciclon” ha cercato di spazzare via il River, ottenendo però solo una collezione di calci d’angolo. Col passare dei minuti la qualità e la capacità di gestire la palla del River Plate è venuta fuori, dimostrando organizzazione, gioco e schemi ormai memorizzati. Ognuno nella squadra di Gallardo sembra essere messo al posto giusto, ognuno sa cosa deve o non deve fare. San Lorenzo che, al contrario, ha dimostrato grinta, voglia di rivincita e spirito battagliero ma che è andato avanti solo a sprazzi, con occasioni sporadiche, collezionando tantissime “touches” e calci d’angolo ma che ha dimostrato di non avere una strategia di gioco ben precisa, o perlomeno di averla smarrita.
San Lorenzo anche sfortunato, infatti al 15’si è infortunato il “guerriero” Mussis, ex Genoa, che, infuriato con la sorte, all’uscita dal campo ha preso a calci qualsiasi cosa gli capitasse sotto tiro (con la gamba destra, quella non infortunata, ovviamente). Al minuto 18, ecco il River, che, con un’azione avvolgente e un cambio di lato, ha mandato al tiro Sanchez, ma il destro potente si è infranto sulla rete esterna. Altre due tiri da registrare intorno alla mezzora, uno per parte ed entrambi mancini: Pisculichi per il River Plate ha calciato fuori al volo e Barrientos per il Ciclon, troppo debole e centrale.
Al minuto 35, il primo di tre grandi miracoli del “Trapito” Barovero. Azione e cross da destra di Buffarini, Caruzzo libero sul secondo palo che ha calciato al volo ma il portierone del River, si è superato ricacciando fuori dalla porta una palla ormai data come gol, tra l’incredulità di Caruzzo e di tutto il Nuevo Gasometro. Ma, sul finire del primo tempo, quando il San Lorenzo si stava facendo più pericoloso, mettendo pressione al River Plate in modo più costante, un altro brutto episodio causato dalla stupidità di un tifoso, che ha lanciato un oggetto sulla testa dell’assistente di linea dell’arbitro Pitana. Sembra si sia trattato di una piccola bottiglietta di vetro di un liquore molto venduto negli stadi di tutto il mondo. La pausa di alcuni minuti ha spento però i bollori del “Ciclon”.
Nel secondo tempo, stesso filone. River che ha cercato di controllare la palla e San Lorenzo che si è spinto in avanti con più grinta e determinazione ma con le idee molto confuse. Cauteruccio e Mas però non hanno impensierito più di tanto Barovero. Da segnalare, col passare dei minuti, la grande prestazione di tutta la retroguardia della “Banda”, con Mercado, Maidana, Funes Mori e Vangioni quasi insuperabili. Al resto ci ha pensato Barovero. E il sempre più decisivo Carlos Sanchez.
Come all’andata infatti, ma con soli nove minuti di anticipo, il centrocampista uruguagio è stato il più bravo e il più veloce a buttarsi in spaccata su una palla che sembrava persa da Rodrigo Mora, rimessa invece molto bene nell’area piccola dalla linea di fondo. Molto bella l’azione partita dal “Pity” Martinez e proseguita grazie allo scambio con Rojas e al lancio di Teo Gutierrez per Mora. Uno a zero River Plate, ancora Sanchez. Come all’andata. Con sempre meno minuti e speranze, il San Lorenzo ha continuato a spingere con la forza della disperazione ma i due successivi miracoli di Barovero hanno sotterrato subito tutte le velleità del “Ciclon”.
Al minuto settanta il primo, con la punizione dentro l’area, il prolungamento di tacco di Caruzzo per il colpo di testa da due metri di Blanco e la deviazione del “Trapito”. Ed ancora una volta un’altra bella parata su Cauteruccio. Buone occasioni avute dal possente centravanti del “Ciclon” durante il match ma sfruttate male. Finale incandescente con l’espulsione diretta, all’ 82′, per fallaccio a gamba tesa di Funes Mori alla quale è seguita poi quella di Buffarini per doppia ammonizione al ’91, quando però ormai tutte le speranze del “Ciclon” avevano sbattuto contro le mani del miglior giocatore della partita, Marcelo Barovero, portato in trionfo nel circolo dei festeggiamenti dei giocatori del River Plate, tra i balli e i cori contro gli odiati nemici del Boca Juniors, che però rimane ancora molto lontano per numero di trofei vinti.